venerdì, 20 Dicembre 2024

Il rogo a Catania in un’estate già calda, i timori delle associazioni di categoria

Dopo i disagi del sabato nero dei cieli a causa dello sciopero, una nuova emergenza rimette a dura prova la macchina del trasporto aereo italiano. Il rogo in un’area dell’aeroporto di Catania e la chiusura di uno dei terminal più trafficati del Paese ha fatto scottare anche i centralini di vettori aerei, agenzie di viaggi, tour operator, compagnie di rimborsi ma anche compagnie ferroviarie, pullman e noleggio di auto. E riparte la giostra dei voli riprotetti, delle richieste di rimborso e soprattutto delle crisi di nervi dei passeggeri, specialmente quelli in viaggio per le agognate vacanze.

Federconsumatori fa notare che “al momento non sono note le cause dell’incendio, ma nel caso in cui emergesse una colpa della società di gestione per il verificarsi dell’evento, si può ipotizzare una responsabilità extracontrattuale della stessa. E quindi i passeggeri che subissero danni – spiega – potrebbero chiederle risarcimenti”. Il Codacons che aggiunge che “è importante che i viaggiatori conservino tutte le ricevute delle spese extra sostenute, ai fini dei dovuti rimborsi”.

“L’aeroporto Bellini di Catania – aggiunge l’imprenditore siciliano Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo e di Confesercenti Sicilia – è lo scalo più importante per traffico passeggeri dell’isola. Uno stop in piena stagione non fa certamente bene al turismo di un’isola come la Sicilia che già sconta una carenza grave di infrastrutture”.
Sulle pesanti ricadute sul lavoro degli agenti di viaggio che devono spesso farsi carico delle carenze dei vettori aerei è molto chiaro Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto: “Al di là della eccezionalità della situazione, stiamo vedendo ancora una volta tutti i limiti delle compagnie aeree sul fronte dell’assistenza ai passeggeri. Gli utenti sono stati abbandonati nell’organizzazione degli spostamenti da uno scalo all’altro nei
casi di riprotezione, salvo poi eventualmente accordare i rimborsi. Inoltre i call center dei vettori sono in tilt o stanno comunque avendo tempi di attesa biblici per chi chiede informazioni. E poi ci risulta che qualche compagnia non abbia nemmeno inviato una mail con l’alert sul volo cancellato”.

Infine la Fiavet sottolinea “l’incidente si aggiunge a un’estate calda del trasporto aereo che vede alcune mete del turismo soffrire di isolamento perché sotto l’egida di poche compagnie con poca concorrenza, e quindi raggiungibili talvolta a costi molto elevati. Lo sviluppo del turismo – conclude – si basa anche e soprattutto sull’efficienza e l’accessibilità dei trasporti che meriterebbe un discorso molto più ampio a livello siciliano, italiano e europeo”.

Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa, sottolinea come “per i siciliani e principalmente per turisti che hanno scelto di godersi una vacanza nelle destinazioni turistiche dell’area ionica, l’incendio dello scalo aeroportuale si sta trasformando in un incubo. Oltre alle mancate comunicazioni e al disagio subito per i mancati arrivo e partenza dall’aeroporto di Catania, queste persone dovranno assoggettarsi per coloro destinati a Trapani: da 11 a 16 ore di viaggio in treno, con tre cambi, per arrivare a Catania. Più consolante ma sempre pesante la scelta del pullman che impiega, per il medesimo percorso, lo stesso tempo di un treno da Napoli a Milano. Gli albergatori della Sicilia orientale stanno ricevendo in queste ore modificazioni e cancellazioni di prenotazioni, che inevitabilmente apporteranno un danno economico a tutto il comparto turistico: danno che non imputeremo ai turisti con la tipica penale “mancato arrivo”. Quello che più preoccupa è il fatto che un accadimento, diciamo, casuale, dovrebbe farci riflettere sul fatto che le infrastrutture ferroviarie, stradali e autostradali in Sicilia sono ancora a pagina zero”.

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