domenica, 22 Dicembre 2024

Le camere diffuse degli ‘affitti brevi’ soffocano la ricettività tradizionale

(di Toti Piscopo) Il dato è clamoroso e inquietante allo stesso tempo e riguarda la classificazione degli “Affitti brevi”. Parliamo di soggetti privati che hanno destinato le proprie unità immobiliari a locazioni brevi rivolte ai cittadini ospiti più che ai cittadini residenti. Infatti dai dati inseriti nel funzionale e ben fatto portale dell’Osservatorio Turistico dell’Assessorato Regionale al Turismo emerge che sono ben 32.500 le unità immobiliari che hanno richiesto ed ottenuto il CIR (Codice Identificato Regionale) per un numero complessivo stimato di circa 79.200 camere.

Un numero rilevante a cui vanno aggiunti 3.254 B&B con una disponibilità di circa 9.500 camere e l’extralberghiero che comprende case vacanze, affittacamere, agriturismo, campeggi, casa vacanze, ostelli, rifugi, ospitalità rurale e villaggi turistici) che in possesso di CIR sono 3.535 strutture con un numero di camere stimato di poco meno di 28.000. I tradizionali esercizi alberghieri dagli 1 a 5 stelle sono complessivamente 1.328 con un numero complessivo stimato di 54.091 camere, ben al di sotto dell’offerta degli affitti brevi.

Abbiamo da sempre sostenuto che tutta questa ricettività che abbiamo definito alternativa o integrativa rispetto a quella tradizionale abbia contribuito e contribuisca a sviluppare arrivi e presenze, così come a creare un favorevole movimento di opinione verso la destinazione. Ma il fenomeno, lievitato in questi ultimi anni, se privo di regole e principalmente di una visione complessiva di sviluppo, rischia di far implodere tutto il sistema se non regolato, regolamentato e principalmente controllato.

Sicuramente quello degli affitti brevi si sta rivelando il più sensibile, in quanto il meno controllato, e non si esclude la presenza di unità fantasma e abusi diffusi che alimentano il sommerso, l’abusivismo, il lavoro in nero e rischiano di compromettere quei livelli di sicurezza e qualità dovuta. Quindi nessuna demonizzazione, ma solo attenzione a offrire le opportune garanzie al turista e prevenire possibili azioni di turbative del mercato.

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