giovedì, 28 Marzo 2024

Cuticchio porta in scena l’epopea dei Ventimiglia a Castelbuono

Uno spettacolo dei pupi di Mimmo Cuticchio che vede protagonista i Ventimiglia, nobile casato siciliano la cui influenza corse lungo 800 anni di storia isolana. Il celebre puparo palermitano ha infatti raccolto l’invito del Museo Civico di Castelbuono e costruito un pupo ispirato a Giovanni I Ventimiglia. E così oggi, sabato 16 aprile alle 17, è in programma “Tra i sentieri dei Ventimiglia”, spettacolo teatrale di Mimmo Cuticchio che mette per la prima volta in scena l’epica siciliana rinascimentale, legata alle vicende storiche che ruotano attorno alla figura di Giovanni I Ventimiglia (1382-1473 circa) capostipite dei Marchesi di Geraci e Signori di Castelbuono. Si tratta di una rilettura contemporanea della storia della Sicilia, attraverso la ricostruzione dell’importante casato che fin dal Medioevo ha avuto influenza in tutto il Mediterraneo, ma utilizzando il linguaggio del Teatro dell’Opera dei Pupi.

“L’identità di Giovanni Ventimiglia è complessa – spiega Cuticchio – era impossibile raccontare la storia del casato, ho quindi scelto alcuni capitoli, e mi son preso qualche ‘licenza poetica’ facendo alcuni tagli temporali che facilitano la comprensione”. Cuticchio ha costruito diversi nuovi pupi, studiando attentamente i costumi e i disegni dell’epoca: ogni personaggio vive di rimandi e simboli sia nei costumi che nei particolari. 

Domenica invece si inaugura la mostra omonima, che sarà visitabile sino al 17 luglio, raccoglie gli apparati scenici, i pupi originali e le scenografie realizzate dall’associazione Figli d’Arte Cuticchio, all’interno di un’installazione curata dagli studenti del corso di Allestimento dell’Accademia di Belle Arti di Palermo; a corredo, una video-installazione di Costanza Arena e Roberto Salvaggio, del corso di Audio Video dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.

In occasione di questa collaborazione, il Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” di Palermo riallestirà, a maggio, nella Sala Romana, il prezioso Ariete in bronzo presumibilmente del III a.C., donato nel 1448 ai Ventimiglia che lo conservavano un tempo a Castelbuono, con un esemplare gemello, distrutto durante i moti del 1848.

“Un’operazione – affermano Francesca Spatafora, direttore del Museo Salinas, e Laura Barreca, direttore del Museo Civico di Castelbuono – di costruzione di una rete territoriale tra istituzioni culturali siciliane attraverso gli alti valori della storia e dei suoi simboli. Il fatto che avvenga utilizzando un linguaggio multidisciplinare e contemporaneo come quello dell’Opera dei Pupi, sottolinea la straordinaria potenza evocativa che le opere della classicità mediterranea hanno lasciato in Sicilia”.

www.figlidartecuticchio.com

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