Le Vie dei Tesori ritorna in due borghi-gioiello: Sambuca e Naro saranno visitabili con lo stesso coupon da sabato 12 settembre per la seconda volta dopo che l’anno scorso insieme avevano ottenuto un bellissimo successo inatteso di quasi seimila visitatori. Partirà prima Sambuca mentre il 26 e 27 settembre si aggiungerà anche Naro.
Nell’anno in cui l’emergenza ha portato a riscoprire un turismo slow, spesso sostenibile, attento ai luoghi, Le Vie dei Tesori si è trovata già un passo avanti. Perché sia Sambuca che Naro sono due borghi-gioiello: la prima con la luce morbida che accarezza le cave di tufo, le case recuperate con un’intelligente operazione di marketing, l’attenzione per i suoi personaggi illustri, Navarro o Gianbecchina, ma anche l’area archeologica punica che sembra proteggerla dall’alto. Il festival, che quest’anno è sostenuto da Unicredit, a Sambuca ha il supporto del Comune. “Le Vie dei Tesori ci permettono di riscoprirci – spiegano il sindaco Leonardo Ciaccio e il vicesindaco, e assessore alla Cultura, Giuseppe Cacioppo – ci riappropriamo del nostro territorio. E soprattutto i sambucesi ritroveranno la chiesa della Concezione, chiusa da due anni per i restauri; o potranno salire a Monte Adranone dove già questa estate abbiamo organizzato spettacoli molto seguiti”.
E poi c’è Naro, arroccata, che nasconde un barocco sontuoso, anche se profondamente diverso da quello del Val di Noto. Anche qui il festival è alla sua seconda esperienza ed è sostenuto dal Comune. “Sono orgogliosa di riavere nella mia città questo importante appuntamento turistico culturale che valorizza nella sua pienezza tutte le bellezze di Naro Fulgentissima” sottolinea il sindaco Maria Grazia Brandara.
A Sambuca sono 12 i luoghi da scoprire o da riscoprire. Con un collegamento netto tra il cuore antico di Zabut e le sue immediate vicinanze, sulle tracce di personaggi illustri che qui hanno scelto di vivere. A partire dal “pittore degli umili” Gianbecchina di cui si visiteranno sia la pinacoteca cittadina, nata dal lascito alla città, che (novità di quest’anno) la casa-studio sulla collina di Adragna. E ancora, si cercheranno le passioni dello scrittore (ignorato alla massa), amico di Verga e Capuana: a Emanuele Navarro della Miraglia è dedicata un’importante biblioteca allestita dalla Banca Sicana. Sarà una vera scoperta curiosa anche la “macchina” ottocentesca nascosta nella Torre dell’Orologio, che si raggiungerà con un ripida scaletta a chiocciola.
Riaprirà le porte, dopo un lungo restauro durato due anni, la Chiesa della Concezione con il suo bellissimo portale arabo normanno, monumento nazionale, che proviene dall’ormai distrutta chiesa di San Nicolò di Adragna. E un portale simile lo mostra anche la Chiesa di San Giuseppe che invece risale al Seicento e nasconde straordinari affreschi di scuola palermitana e del sambucese fra’ Felice.
Sono dei graditi ritorni, invece – oltre alle antiche Purrere, le cave di pietra che corrono sotto il borgo – la casa natale del primo sindaco di Sambuca post Liberazione, Tommaso Amodeo, un intero complesso fatto di ambienti diversi, ex vicoli, slarghi, terrazze, scale e salottini, con un inaspettato giardino mediterraneo; la chiesa di Santa Caterina che faceva parte del monastero e è un vero tripudio: furono queste monache a creare le famose “Minni di vergini”; la seicentesca chiesa del Purgatorio dove da poco più di un anno è aperto il MuDiA, il Museo Diocesano; il rinascimentale Palazzo Panitteri con la bella collezione di reperti dagli scavi a Monte Adranone (che si raggiungerà durante la passeggiata); la collezione di sculture tessili della francese Sylvie Clavel; e infine, il Teatro l’Idea, creato da cinque imprenditori a metà ‘800, piccolino ma con una stagione seguitissima.
Inoltre, previste due passeggiate, condotte da Antonella Di Giovanna. La prima, che l’anno scorso ha avuto un grande successo, condurrà tra i vicoli saraceni, nel cuore antico di Zabut. Ma è l’altra ad essere molto attesa: si salirà fino all’area archeologica di Monte Adranone, a mille metri d’altezza, sulle tracce della comunità che già nel IV secolo a.C. viveva questa città-fortezza.
Naro accoglierà Le Vie dei Tesori nell’ultimo weekend, sabato 26 e domenica 27 settembre. Sono stati scelti sette siti, già molto frequentati lo scorso anno, che riescono a raccontare con attenzione la storia del borgo stretto arroccato attorno al suo castello. La Fulgentissima amata da Federico II nel 1200 Naro era tutta raccolta in una cinta fortificata su cui si aprivano cinque porte. Ne è rimasta in piedi soltanto una, la Porta d’Oro, esempio di un piccolo gioiello medievale che poi si srotola nel barocco. Sotto lo sguardo benevolo del Castello, si è sviluppata una comunità attiva, chiese e monasteri la punteggiano ovunque, in un intreccio di storie, culture e religioni di cui è simbolo la Matrice, che in un tempo antico era proprio una moschea. Si va dalla sacrestia di San Francesco con i suoi estrosi armadi intagliati, a Santa Caterina con le (poche) tracce degli affreschi attribuiti a Cecco da Naro, pittore che Manfredi Chiaramonte portò con sé a Palermo affidandogli il soffitto dello Steri, al convento di San Francesco che ospita la Biblioteca Feliciana, un tesoro enorme di 24 incunaboli, 500 cinquecentine, 56 manoscritti, un codice pergamenaceo in gotico miniato in oro; e una bibbia poliglotta in 8 lingue del 1657. Al Museo Civico si scopre la collezione di opere donate da Bruno Caruso e al Santuario di San Calogero si prega il santo Nero.
Due le passeggiate, una alla scoperta di Naro barocca, tra monasteri e cappelle nobiliari; e un’altra tra le viuzze attorno via Vanelle, percorribili solo a piedi.
www.leviedeitesori.it