giovedì, 19 Dicembre 2024

Le Vie dei Tesori punta su Trapani, Marsala e Mazara

Tre città, una diversa dall’altra, tutte comunque legate al mare: Trapani e le sue torri, Marsala e le saline, Mazara multiculturale. In occasione de Le vie dei tesori, in programma nei prossimi tre weekend (11-26 settembre) apriranno 33 luoghi straordinari: dalle cave di Custonaci ai mosaici della casa romana scoperta accanto al Teatro Impero all’abbazia normanna. Ma si potrà anche “incocciare” il couscous a Trapani, visitare la casbah, andar per cantine o a cavallo allo Stagnone, volare in Piper, seguire le tracce dei Mille guidati dal pronipote di un garibaldino.

Ecco dunque tutti i siti aperti e le esperienze:

LE VIE DEI TESORI A TRAPANI

A Trapani saranno aperti tredici siti – alcuni inediti, altri graditi ritorni: tra le new entry le cave della Ducale Marmi a Custonaci. Una visita speciale sarà anche quella alla Prefettura, con le sue sale decorate e le numerose opere d’arte. Un altro gioiello è Palazzo Montalto che sarà una vera scoperta. Si partirà poi alla scoperta delle insegne spagnole scolpite nel tufo del Bastione Imperiale, uno di quelli costruiti dal Ferramolino sotto Carlo V, per godere poi della vista incomparabile dal campanile di san Domenico (uno dei luoghi più amati con la sempre presente Torre della Colombaia che anche quest’anno si raggiungerà in barca). A Palazzo D’Alì si perderà il conto delle finestre e si potrà assistere alla visita teatralizzata con protagonista donna Clotilde che abitò queste stanze (a cura degli Amici del Museo Pepoli). Le chiese: dalla più imponente, la cattedrale di San Lorenzo, alla sontuosamente barocca Cappella della Mortificazione, vera iconografia da “regno della morte” al Collegio dei Gesuiti con una commovente Immacolata del Marabitti alla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio con la tomba del famoso architetto (a cui si deve gran parte dei palazzi e delle chiese di Trapani) Giovanni Biagio Amico. Fuori dal centro storico, si raggiungerà il museo della Pesca dentro la Tonnara Bonagia e la Torre Marausa o Torre di Mezzo, una delle poche superstiti tra le 150 erette nel Cinquecento a difesa della città dalle razzie dei barbareschi: presto inizieranno i lavori di ristrutturazione, sarà una ghiotta occasione per scoprirla.
Tre le passeggiate: la prima, condotta da Renato Lo Schiavo, seguirà le orme di uno scrittore vittoriano, Samuel Butler che rilesse l’Odissea ambientandola tra le Egadi e Pantelleria. La seconda, condotta dall’ex direttore del Museo Pepoli (oggi al Museo Riso) Luigi Biondo, rintraccerà la simbologia di una Trapani nascosta, da scoprire “a naso in su”. Con l’archeologo Francesco Lombardo si camminerà sui passi di antichi briganti, pastori e uomini di altri tempi per ritrovare la leggenda della Baronia di Arcudaci a Bosco Scorace, polmone verde di Buseto Palizzolo. L’info point de Le Vie dei Tesori sarà a Palazzo D’Alì, in piazza Municipio (tutti i giorni, dalle 9 alle 18).

LE VIE DEI TESORI A MARSALA

Marsala è alla sua terza partecipazione al Festival. E mai come quest’anno è stato costruito un programma che suscita sensazioni: accanto alle visite guidate ai luoghi della città – non lasciatevi scappare la straordinaria possibilità di visitare (per la prima volta in assoluto) i resti di una ricca casa lilibetana del periodo romano imperiale con i suoi bellissimi mosaici di stile africano, scoperta presso il Teatro Impero. Nel 1954 scavò qui la famosa sovrintendente e archeologa Jole Bovio Marconi) – si potrà partecipare a esperienze inattese, molte allo Stagnone su cui si volerà a bordo di un Piper, si navigherà in barca nella laguna, si passeggerà a cavallo o si potrà rivitalizzare la pelle con uno scrub al sale immergendosi nella cosiddetta acqua fatta o acqua madre della salina Genna che elimina le tossine; mentre sull’isola di Mozia vi attenderà una ricca colazione in stile british, prima di partecipare a passeggiate tematiche. E sono sei le cantine che apriranno le porte (per il progetto Terre dei Tesori) per visite e degustazioni: si seguirà il viaggio del Marsala dalle vigne alle botti alle navi “vinaccere”, ai vini di ultimissima generazione, spesso passati di padre in figlio. Partecipano il Baglio Donna Franca, Cantine Bianchi, Caruso e Minini, Curatolo-Arini, Fina e Martinez.

A Marsala sono dieci i siti che apriranno le porte alle visite guidate: dal famoso Campanile del Carmine aperto per la prima volta due anni fa, alla cripta della chiesa di San Francesco con inattesi affreschi manieristi; dalla chiesa del Purgatorio con la cupola a maioliche verdi, a San Pietro e Paolo (soltanto a giugno scorso è stata riaperta al culto) che nasce come chiesa del convento delle suore Oblate Benedettine che accoglievano le fanciulle facoltose; agli stucchi barocchi della chiesa di Santo Stefano, con il suo camminamento segreto. Si scenderà nel complesso ipogeico di Santa Maria della Grotta e si scopriranno le nicchie e gli arcosoli affrescati delle Latomie; e non mancherà di commuovere il santuario della Madonna Cava nata per accogliere una Madonnina miracolosa. Da non perdere la vista dalla terrazza di palazzo VII aprile. L’info point è presso l’Ufficio Turistico, via XI Maggio, 100 (sabato e domenica, dalle 10 alle 18).

 

LE VIE DEI TESORI A MAZARA

Il nuovo viaggio alla scoperta di Mazara – l’anno scorso era stato il debutto – si srotola sul territorio con il supporto logistico di Periferica. E anche in questo caso, sono state organizzate esperienze che non si possono saltare: si potranno visitare oleifici, tenute agricole e persino una piantagione di avocado, assaggiando i prodotti che nascono dalla terra e non sono assolutamente trattati. Oltre ad un giro sotto la città – nel reticolo di cave dove si verrà guidati da Periferica – si assaggerà il pani cunzatu delle Tenute Cav. Mandina (ex stazione di posta per i viandanti e pellegrini lungo la Via Francigena, oggi azienda agricola e museo con gli utensili della tradizione contadina, tra cui un’antica macina dell’uva e del grano, la “masciaredda”) si scopriranno i grani antichi ai Molini del Ponte che raccontano quattro generazioni di mugnai; si degusterà l’olio che nasce dalle Latomie per Centonze; e alle Tenute Caracci si capirà come si coltivano gli avocado. Le passeggiate condurranno invece alla scoperta della Casbah, unica, brulicante, colorata, esempio straordinario di convivenza multiculturale; ma si potrà anche raggiungere l’altura di Roccazzo dove scoprirete esistente un’antica necropoli.

Ma chi cerca l’anima religiosa di Mazara, non avrà che l’imbarazzo della scelta: in quella che fu la più estesa e ricca Diocesi di Sicilia, voluta da re Ruggero, sono ancora rintracciabili chiese e cappelle spesso di stili sovrapposti che raccontano una città a strati, che si sfoglia come una cipolla. A partire dalla Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto (o delle Giummarre) che secondo la +tradizione, parrebbe risalire al 1085, anche se gli storici non sono d’accordo tra loro sulla datazione. È considerata un monumento normanno tra i più interessanti del periodo, unico esempio in Sicilia occidentale di copertura a volta a botte traversa, con estradossi a vista. C’è poi San Francesco nata in stile arabo-normanno, che divenne convento francescano, caserma dei carabinieri, poi carcere femminile, fino al 1970 quando fu abbandonata: è stata restaurata da appena un anno; San Michele Arcangelo, la chiesa del Monastero delle Benedettine, un tesoro barocco inaspettato, con uno stupendo pavimento di maiolica cosparso di fiori splendenti; e San Giuseppe, appena restaurata, nata come un semplice e piccolo oratorio dedicato al santo protettore dei falegnami, ma poi rimaneggiata e ingrandita, decorata con pitture e stucchi. E se il Collegio dei Gesuiti oggi si è trasformato in uno spazio espositivo (ospita una sala dedicata a Pietro Consagra con le sue opere grafiche e una mostra di miniature di chiese e del castello normanno, realizzati in scala e con materiali di recupero da Ignazio Auguanno), merita una visita di certo Santa Caterina, fondata nel 1318 con il vicino monastero (che non esiste più), dalla nobile Giovanna de Surdis: nel XVIII secolo si trasformò in un gioiello barocco con un’estrosa facciata abbellita da una ricca decorazione in calcarenite, tra motivi a foglie e conchiglie, mascheroni grotteschi e angeli.

Dall’inventiva di Emmanuele e Francesca, e della figlia Tania, è nata una “casa d’artista” che schiaccia l’occhio a Gaudì. Oppure il Teatro Garibaldi, vera e rivoluzionaria “sala del popolo” che costò 2355 ducati ai cittadini e fu costruito in soli tre mesi utilizzando il legno delle barche dismesse. L’info point è presso la Pro Loco Mazara, in via XX settembre, 5 (sabato e domenica, dalle 10 alle 18).

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