giovedì, 19 Dicembre 2024

La lenta agonia del turismo siciliano

L’opinione

Oggi pubblichiamo la nota di Salvo Zappalà, presidente di Acirealehotels, a commento dell’opinione di Toti Piscopo “Il turismo tra tanti silenzi e altrettanti bla bla bla” pubblicata manrtedì 13 ottobre. 
"Il comparto del turismo è in crisi. E questa non è certo una novità. In Sicilia, in particolare, l’industria delle vacanze è ormai prossima al collasso, proprio quel settore dell’economia che dovrebbe fungere da volano anche per altre attività produttive. Il grido di allarme è stato più volte lanciato dagli operatori ma poco o nulla è stato fatto per tentare di invertire la rotta. Proseguendo sulla scellerata via intrapresa divengono sempre più delineati i contorni di cupi scenari che si profilano all’orizzonte nel breve-medio termine. Sono ormai centinaia le piccole e medie imprese, molte a gestione familiare, che a causa delle gravi lacune del sistema vedono vanificati gli sforzi personali ed economici e si trovano sull’orlo del fallimento, con migliaia di posti di lavoro a rischio. Eppure le possibili soluzioni appaiono di agevole lettura e pronta attuazione se solo vi fosse la volontà da parte della classe politica locale, dell’apparato burocratico, delle associazioni ed enti di categoria. Mi spiego meglio.
In più occasioni in passato, soprattutto prima dell’approvazione della legge regionale sul turismo n. 10 del 15 settembre 2005, noi imprenditori avevamo sostenuto la necessità di dar vita all’Agenzia regionale del turismo, in sostituzione delle Apt e delle Aast, gestita da un board pubblico / privato composto da 7 membri (nominati dai competenti assessorati e dalle principali associazioni imprenditoriali con la presidenza riservata all’assessore al Turismo) e da un manager di comprovata esperienza nel settore al quale affidare il rilancio del turismo isolano sulla base di un programma triennale. All’interno dell’Agenzia andrebbero costituiti inoltre gruppi di lavoro per migliorare il rapporto tra offertà turistica ed amministrazioni locali al fine di rendere maggiormente efficienti quei servizi pubblici che abbiano una diretta o indiretta incidenza sul prodotto turismo. Occorre una vera e propria levata di scudi degli imprenditori per far valere le istanze rimaste inascoltate e per combattere quei meccanismi politico – burocratici che sino ad oggi hanno tarpato le ali ai sogni ed alle speranze di crescita degli operatori per avvantaggiare esclusivamente lobby e logiche di potere, preservando "poltrone" ad uso e consumo delle classi dirigenti.
I fondi previsti per il periodo di programmazione 2007/2013 potrebbero davvero costituire l’ultimo treno in grado di ridare ossigeno all’economia siciliana, non riuscire a sfruttarli sarebbe un’imperdonabile errore.
Altro nodo fondamentale: le associazioni e gli enti di categoria. Sino ad oggi non sono riusciti a rappresentare in maniera adeguata le necessità e le richieste degli operatori, probabilmente i vertici sono stati più attenti a non "disturbare" troppo il sistema politico piuttosto che operare per il bene e lo sviluppo delle aziende. Non dobbiamo dimenticare che il declino del turismo siciliano ha preso il via nell’ormai lontano 2001 ma a nessuno piace dire la verità, chi la dice è considerato "scomodo" e viene emarginato dal sistema. Bisogna immediatamente rendersi conto che non si può più correre ai ripari attraverso autentici "pannicelli caldi" che non risolvono alla radice le diverse problematiche, prima o poi si arriverà ad un punto di non ritorno. Totale assenza di valide progettualità, sia in seno alle confederazioni degli imprenditori sia nell’ambito degli enti bilaterali, hanno sinora caratterizzato il desolante e preoccupante panorama.
Indugiare ancora rimanendo immobili al cospetto dello stillicidio che fa registrare un’occupazione media annua dei posti letto alberghieri nell’isola pari al 22% siginfica diventare complici di un delitto che ci porterà tutti al fallimento. Cosa si aspetta per reagire?
Infine, in base a quanto prospettato, occorre riconoscere finalmente un ruolo di primo piano alla meritocrazia, lasciando da parte meccanismi clientelari e di favore. Fuori gli incompetenti dal turismo e dal futuro della nostra Regione, il turismo è materia economica e in quanto tale va affrontata da esperti del settore; per fortuna le nostre università sfornano ogni anno giovani preparati ed intraprendenti, perchè non dare loro spazio anzichè "spingerli" ad emigrare? Togliamo le leve del comando dalle mani dei politici e dei burocrati che sinora hanno spadroneggiato, noi imprenditori, per primi, cerchiamo di dare spazio a nostri rappresentanti scelti per competenza e professionalità e non per ragioni di "opportunità ed amicizia". Non c’è più tempo da perdere, tra analisi frettolose e salotti televisivi inutili che servono talvolta solo a disorientare il pubblico ed a scoraggiare chi vuole realmente fare qualcosa di costruttivo. Cominciamo ad avere un approccio "scientifico" verso il turismo!"
Chi volesse intervenire al dibattito può scrivere a [email protected].

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