giovedì, 19 Dicembre 2024

Olimpiadi a Palermo? Alla ricerca della squadra perduta

L’opinione

Non si è spento l’eco della presentazione della candidatura di Palermo come sede delle Olimpiadi del 2020, avanzata a Roma, con spirito decubertiniano da Nino Strano, assessore al turismo della Regione Siciliana e dal presidente, Raffaele Lombardo, nel corso di una conferenza nella sede della Stampa Estera. Una candidatura a sorpresa anche per il sindaco di Palermo, Diego Cammarata che, alla conferenza non ha partecipato, ritenendosi offeso sul piano personale ed istituzionale, avendo appreso di tale ipotesi solo dalle agenzie. Reazioni, definite antimeridionaliste, dal governatore del Veneto, Giancarlo Galan, sorpresa nel mondo politico siciliano, perplesso il mondo imprenditoriale, indifferente la gente che le vicende politiche le comprende ormai attraverso i servizi di “Striscia la notizia “ e “Report”. Ma nonostante tanto pessimismo ci vogliamo iscrivere al partito degli ottimisti e sperare che Strano, noto per la sua gioviale creatività riesca ad interpretare, nonostante la gaffe iniziale, casuale seppur rappresentativa, l’antico spirito olimpico che si è da sempre basato sul leale gioco di squadra, anche per le discipline individuali. Ed in attesa che il Comitato Olimpico si pronunzi, sarebbe bene che la classe politica della città e dell’intera Regione si allenasse a fare squadra, per avviare a soluzione gli annosi problemi di vita quotidiana: dai cumuli di rifiuti che la sommergono, alle infrastrutture inesistenti, ed elevare i bassi livelli di vivibilità. Sarebbe bene che ci si allenasse anche sulla programmazione, sulla progettualità vera e non di facciata, sulla buona amministrazione, sulla concretezza e sul buon senso. Sono queste discipline simboleggiate nei giochi olimpici e nei famosi cinque cerchi. Allenarci per vincere e se, nonostante tutto, il Comitato Olimpico non dovesse credere alle capacità organizzative di Palermo e della Sicilia, pazienza avremmo vinto lo stesso la nostra medaglia. Vincere, ha detto Lombardo in conferenza, perché lui non è abituato a perdere. Il suo augurio è il nostro augurio anche se fosse auspicale che una volta tanto vincessero anche i siciliani.

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