La promozione di Caltabellotta passa dal racconto dei suoi abitanti


Nasce il progetto di valorizzazione turistica di Caltabellotta: un borgo dove si vive bene e a lungo. Una terra così speciale da essere stata recentemente riconosciuta come una Blue zone emergente, ovvero uno dei luoghi al mondo che custodiscono il segreto della longevità, perché l’aspettativa di vita è più alta. 

Il progetto nasce con il contributo di tutta la comunità: dal fabbro di 98 anni che non se n’è mai andato allo scultore che ha scelto tornare, dai giovani che sognano in grande alla nonnina che racconta le feste religiose. Sono loro a essere i protagonisti del progetto di comunicazione realizzato dalla società Porta Felice con la collaborazione della Fondazione Le Vie dei Tesori, un progetto che passa dalla realizzazione del video e dei reel firmati da Guglielmo Gagliano Candela, dalla campagna fotografica di Tullio Puglia, contributor Getty Image, e dalla prossima realizzazione del portale visitcaltabellotta.com, una piattaforma dove si potrà fruire di tutte le esperienze che si possono fare sul territorio.

“Visit Caltabellotta racchiude l’anima, la storia e la bellezza del nostro territorio – dice il sindaco Biagio Marciante – il biglietto da visita nato dalla passione di una comunità intera. Non solo una strategia di promozione turistica, ma anche un gesto di profonda responsabilità culturale e sociale. Raccontare l’identità di Caltabellotta significa custodire e rilanciare le nostre tradizioni, far conoscere un paesaggio unico, ma anche proiettarci verso il futuro. Visit Caltabellotta è un esempio virtuoso di come una comunità possa unirsi e fare squadra per dare valore al proprio patrimonio”. 

Ma è tutta Caltabellotta a essere pronta per essere scoperta: con l’eremo che pare un nido d’aquila, la cattedrale arabo normanna, il castello dei conti Luna, la frazione di Sant’Anna con il santuario di Montevergine e la chiesetta di Santa Maria del Fervore; il museo civico con le trentadue opere donate dallo scultore Salvatore Rizzuti e la sezione archeologica da cui arrivano alcuni reperti dell’area di Gulea San Benedetto. E poi il cibo: a partire dal profumato olio di Biancolilla, poi i formaggi, la ricotta, la dolce cubata di mandorle e miele, e tutti i piatti della tradizione.

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