martedì, 19 Novembre 2024

Ponte Stretto, Schifani: la Regione farà la sua parte

“Faremo parte della cordata per la costruzione di questa grande opera”. Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a margine dell’incontro “Il Ponte sullo Stretto, una sfida necessaria”, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia e dalla Fondazione Sicilia al Teatro Massimo di Palermo. “Il mio governo farà la propria parte sul piano economico – prosegue il governatore – e indicherà un componente nel consiglio di amministrazione come previsto dalla bozza di decreto che riattiva la società “Ponte sullo Stretto”. Speriamo che la pubblicazione arrivi già nei prossimi giorni per cominciare i lavori. La soluzione individuata da Matteo Salvini – continua il presidente della Regione – mi sembra molto efficace. Non ho mai trovato un ministro delle Infrastrutture così vicino: è stato di parola e si è impegnato affrontando e risolvendo tutti i problemi in maniera corretta dal punto di vista giuridico. A cominciare dalla nuova vita che si sta riconoscendo a un contratto che fu cancellato dal governo Monti con conseguenze gravissime. La società che si occuperà della costruzione sarà la stessa che si era aggiudicata l’appalto all’epoca e rinuncerà ai 700 milioni di euro di danni chiesti. Si ripartirà dal prezzo di aggiudicazione, adeguandolo all’andamento odierno. Il progetto, inoltre, sarà parzialmente rivisto per rispondere alle norme intervenute in questi anni in materia di sicurezza e tutela dell’ambiente”.

In merito alle infrastrutture in Sicilia, il presidente Schifani conclude: il Ponte deve essere uno stimolo per migliorare anche l’assetto viario e ferroviario, deve essere elemento propulsore per lo sviluppo di Sicilia e Calabria. Apriremo un grande fronte su questo tema mantenendo serrato il confronto con Anas e Rfi. Chiederemo un cronoprogramma sui lavori nell’Isola e vigileremo sul rispetto dei tempi. Certo, se dovessi fare oggi un’indagine sullo stato dei lavori pubblici in Sicilia scoprirei probabilmente che più dell’80% è bloccato per ragioni amministrative. È evidente che ci sono cose che non funzionano, ma mi sto muovendo anche nei confronti di una certa burocrazia paralizzante”.

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