domenica, 22 Dicembre 2024

In Toscana mancano all’appello tremila lavoratori del turismo

La carica dei tremila lavoratori che non si trovano in Toscana. Tremila e duecento per l’esattezza. Tante sono le persone – tra camerieri, cuochi, pizzaioli, banconisti e personale di sala – che si cercano e mancano all’appello in Toscana. A dirlo è la Fipe, la federazione dei Pubblici Esercizi di Confcommercio. E la città che soffre di più la situazione è Firenze, dove si cercano 1.500 professionisti della ristorazione da assumere. Insomma, il lavoro, c’è, ma non si trova chi vuole farlo.
Tra le cause principali ci sono i cambiamenti dovuti alla pandemia, la paura di una nuova chiusura e i mancati fuorisede universitari che rappresentavano un bacino di utenza molto ampio.
E volendo indagare meglio, il fenomeno non è solo toscano, visto che si calcola che in tutta Italia mancano 40 mila lavoratori per ristoranti, bar e pizzerie. Un guaio che si somma al problema di assenza manodopera straniera che durante le chiusure per lockdown è rientrata nel proprio Pese d’origine non facendo più ritorno.
Una caccia al tesoro chiamato “cameriere” che si contraddice poi con una recente inchiesta del Sole 24 ore che sostiene che entro dieci anni cuochi, camerieri e baristi rientreranno tra i lavori meno richiesti al mondo.
Ma è percorrendo le strade di Firenze che si capisce che la mancanza di personale sta sconvolgendo una città turistica dove spesso a pranzo i ristoranti sono chiusi, i pub aprono dopo le 18 e non tutte le sere. Una disfatta che costringe decine e decine di locali ad appendere sulle loro vetrine antiestetici grandi fogli con scritte lettere cubitali che recitano: “Cercasi personale”. Persino i lavapiatti sono scomparsi.
I caffè Gillie e Paszkowski – che per intenderci hanno già 120 dipendenti – stanno cercando invano da mesi 12 persone da inserire nell’organico sfruttando sia i canali classici che quelli social. Il risultato è stato zero. Al punto che si è rischiato di chiudere uno dei due locali. Poco distante da piazza della Repubblica, in via della Spada c’è la Trattoria Marione, dove non trovano due camerieri.
Ma quale la causa? Sul banco degli imputati il reddito di cittadinanza, che si preferisce nonostante il contratto collettivo nazionale preveda un periodo di prova di tre mesi e poi assunzione a tempo indeterminato E la paga varia tra i mille euro iniziali e i tremila euro netti. Ma a quanto pare non basta.
La soluzione “tappabuchi” al momento sembra arrivare dal chiantigiano, dove in inverno chiudono gli hotel, così si spera che qualcuno dei loro dipendenti sia in cerca di un contratto invernale in città.
Il fenomeno della mancanza di personale è particolarmente sviluppato in Italia, ma quest’estate ha anche coinvolto la Francia e la Spagna. E’ però soprattutto nel Belpaese, e nelle sue città turistiche che cercano di riprendersi dalla pandemia, che sta sconvolgendo il mercato del lavoro.
Intanto a Firenze si ragiona per il futuro e c’è stato il primo incontro, tra Comune di Firenze e associazioni di categoria, per definire il futuro «piano tavolini» all’aperto per bar e ristoranti. In attesa di capire se il governo prorogherà oltre il 31 dicembre lo stato di emergenza, e dunque anche la possibilità per i locali di occupare il suolo pubblico gratuitamente. Per Confcommercio il «piano tavolini» dovrà seguire tre linee guida: decoro, sicurezza ed estetica, “ma bisogna anche tenere conto delle esigenze dei residenti”. “Ci sono stati degli abusi, c’è chi se n’è approfittato, per questo bisogna mettere un punto e ripartire. Da questi confronti deve uscire un piano responsabile che tenga anche conto del fatto che molti clienti non vogliono più pranzare o cenare all’interno ma chiedono di stare all’esterno. Molti associati si stanno organizzando con funghi, infrarossi e coperte. A Palazzo Vecchio chiediamo di valutare anche queste esigenze e di creare le condizioni per evitare l’assalto a piazze e marciapiedi”. Ma ci vogliono anche più controlli “per stoppare gli eccessi e gli abusi”.

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