Il cuore delle Dolomiti attraverso lo sguardo della guida Ernst


Chiunque abbia messo piede in montagna almeno una volta nella vita sa che, in particolare d’estate, il modo migliore per goderne appieno è percorrerla in lungo e in largo, dal basso all’alto, su uno dei tracciati che il sole libera dalla neve. In questa situazione, quella della guida è una figura da non perdere di vista, perché rimanere incantati dal panorama è facile, ma capirlo fino in fondo è un’altra cosa. 

Ernst, dopo aver indossato i panni del vigile, del soccorritore alpino e dell’operatore della Croce Bianca, una volta raggiunta l’età della pensione ha deciso di dedicarsi alla sua vera passione: portare la gente in montagna. E quando parla di montagna intende la Val d’Ega.

“Le mie escursioni sono “comode”, ma non per questo meno affascinanti – dice Ernst – Arrivo nella hall dell’hotel, vedo i nomi degli iscritti e devo subito capire con chi posso osare e con chi è meglio restare tranquilli. In generale, il mio itinerario del cuore è comunque la Forcella dei Camosci. Ha 600 metri di dislivello e un paesaggio alpino superiore semplicemente meraviglioso”»”.

La caratteristica che rende davvero speciali le sue escursioni è però una filosofia che va oltre il semplice cammino. Seguire Ernst significa affrontare autentici viaggi nel tempo, tra geologia e mito. “In Val d’Ega si trova la ‘culla del porfido’. Qui passano persino gli astronauti della NASA e dell’ESA per addestrarsi! Parliamo di un super-vulcano tra i più grandi mai esistiti. Raccontare tutto questo affascina davvero le persone”, spiega Ernst.

Realizzato nel 1906 all’inizio del gruppo del Catinaccio, il rifugio storico Roda di Vaèl è ad esempio crocevia di diverse escursioni: dalle più semplici, che raggiungono quota 2.000 metri con poco dislivello e sentieri larghi, alle più complesse, fino a 2.600 metri, con tratti attrezzati, ferrate sulle pareti, ideali per escursionisti più allenati e alpinisti. La visuale sul paesaggio.

A gestire questo gioiello è la bergamasca Roberta Silva che dopo la scomparsa 10 anni fa del marito, guida alpina, ha deciso di portare avanti il sogno di famiglia: crescere i due figli nella natura che lui amava. Oggi, Roberta è una altoatesina d’adozione a tutti gli effetti ed è sempre a disposizione per dispensare consigli su uno dei tanti giri nel gruppo del Catinaccio, sulle splendide ferrate della Roda di Vaèl e del Masarè o su altre avventure.

Resta sempre aggiornato sul mondo del turismo!
Registrati gratuitamente e scegli le newsletter che preferisci: ultime news, segnalazioni degli utenti, notizie locali e trend di turismo. Personalizza la tua informazione, direttamente via email.
Iscriviti ora
seguici sui social