I ripetuti terremoti tengono lontani i turisti non soltanto dalla Valnerina ma anche dal resto dell’Umbria. A lanciare l’allarme la Cciaa di Perugia.
“Tutti i settori turistico-ricettivi e il vasto indotto commerciale in Umbria sono in grave difficoltà. A rischio collasso le imprese nelle aree terremotate, ma anche lontano dal cratere riscontriamo effetti pesantissimi”, dice Giorgio Mencaroni, presidente dell’ente camerale perugino, che ha proposto di “accelerare gli interventi di sostegno alle imprese nelle aree terremotate: nessuno deve chiudere, neanche temporaneamente. E occorre arrivare al riconoscimento del danno indiretto, anche questo molto grave, che stanno subendo le imprese operanti nel resto dell’Umbria”.
Mencaroni spiega che nel novembre scorso (dopo la scossa del 30 ottobre) in Valnerina gli arrivi di turisti “si sono praticamente azzerati, facendo segnare un calo del 94,5% rispetto all’anno precedente. Meno vistoso, ma comunque pesantissimo l’arretramento anche nelle aree più distanti dall’epicentro, con un meno 30% degli arrivi verso l’Umbria, comprese le aree assolutamente non toccate dal terremoto”.
Infine, Mencaroni chiede una diversa comunicazione, media e social: non si può continuare ad identificare l’intera Umbria come un grande cratere sismico. È del tutto evidente che così non è: dunque servono incisive azioni promozionali che contrastino questa erronea visione”.