Nel 2025 numeri in crescita per l’ospitalità in Veneto


Dalle proiezioni di fine anno il Veneto è sempre la prima regione italiana per flussi turistici. Schiavon: “Da anni la nostra Regione lavora al massimo livello, e la nostra ospitalità è riconosciuta come tra le migliori del mondo. Siamo felici, ma abbiamo bisogno di sostegno per aumentare la qualità dell’offerta. Pronti a nuove sfide”.

Il Veneto si conferma anche nel 2025 la prima regione turistica d’Italia per presenze, ma il dato più rilevante non è soltanto quantitativo. I numeri raccontano la crescita di un movimento turistico maturo, che oggi più che mai è chiamato a guardare al futuro in modo unitario, consapevole e strategico. È quanto emerge dall’analisi di Federalberghi Veneto sui dati del periodo 1° gennaio – 15 dicembre 2025, a confronto con il 2024.

Il quadro complessivo restituisce l’immagine di un sistema ricettivo solido e in equilibrio, capace di crescere senza strappi e di adattarsi alle trasformazioni della domanda. Mare, lago, città d’arte e montagna registrano andamenti complessivamente in linea con lo scorso anno, con quest’ultima che segna la crescita più significativa. Le terme attraversano una fase di assestamento che va letta non come arretramento, ma come passaggio verso una nuova stagione di sviluppo, sostenuta dagli importanti investimenti strutturali in corso.

“Il Veneto è oggi il primo sistema turistico d’Italia non solo per volumi, ma per capacità di organizzazione e visione – afferma Massimiliano Schiavon, Presidente di Federalberghi Veneto e di ConfTurismo Veneto – Questo primato non è casuale: è il risultato di anni di lavoro, di programmazione e di una crescente consapevolezza che il turismo non è più un fenomeno spontaneo, ma un settore che va studiato, governato e accompagnato”.

Negli ultimi anni è profondamente cambiato il movimento turistico mondiale e, con esso, le aspettative dei viaggiatori. Il turista è oggi più informato, più digitale e molto più attento al valore dell’esperienza. Non cerca soltanto una destinazione, ma un racconto coerente, un’emozione, un senso. Per questo l’offerta di accoglienza deve evolvere continuamente, intercettando nuovi bisogni e anticipando i trend globali.

In questo scenario, chi fa ospitalità non può più pensarsi solo come singolo imprenditore. L’hospitality è diventata a tutti gli effetti un’industria, che deve muoversi in modo coerente e coordinato, capace di generare valore economico, sociale e reputazionale per l’intero territorio. Una filiera che dialoga con mobilità, cultura, eventi, ristorazione, sostenibilità e formazione.

“Il futuro del turismo passa dalla capacità di agire come sistema – sottolinea Schiavon – Gli albergatori sono parte di un sistema che deve produrre idee, qualità e visione. Ma per crescere davvero serve una politica che comprenda fino in fondo questa trasformazione e accompagni il settore con scelte coerenti e con un piano industriale strutturato. La crescita arriva solo se tutti remano nella stessa direzione”»”.

I dati delle festività di Natale e Capodanno rafforzano questa lettura. Il mare mostra una crescente capacità di destagionalizzazione, la montagna consolida il proprio posizionamento di valore e le altre destinazioni mantengono livelli di occupazione stabili. Un equilibrio che dimostra come il sistema veneto sappia adattarsi e redistribuire i flussi, evitando dipendenze da singoli periodi o mercati.

Ma proprio questa solidità impone una riflessione politica e culturale. Il risultato raggiunto non può mai essere considerato definitivo. Nel Turismo di oggi, paradossalmente, fare le stesse cose non equivale più ad ottenere gli stessi risultati, bensì a perdere terreno.

“Il rischio più grande è pensare che ciò che funziona oggi funzionerà anche domani – conclude Schiavon -Dobbiamo continuare a cercare nuove idee, nuovi modelli, nuove forme di accoglienza. Le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 saranno un passaggio fondamentale, ma il vero successo si misurerà dopo. Se sapremo usare questa occasione per far crescere un sistema più consapevole, più coordinato e più innovativo, allora il Veneto potrà rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di riferimento nel turismo europeo”.

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