"A causa dell'incendio, per motivi di sicurezza, la riserva dello Zingaro resterà chiusa fino a data da definire". Campeggia questa scritta sul sito internet della riserva naturale orientata che si estende da Scopello a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, pesantemente danneggiata dalle fiamme di domenica scorsa. E questa volta le ripercussioni sulla natura, oltre che sul turismo, potrebbero essere gravissime. "La riserva dello Zingaro – ha detto Matteo Rizzo, sindaco di San Vito – è andata in fumo. L'incendio che ha interessato una delle più belle riserve naturali della Sicilia si è spento da solo soltanto perché non c'era più nulla da bruciare. Non sono intervenuti i mezzi Canadair, né i mezzi aerei, gli unici che avrebbero potuto fermare le fiamme. Le nostre richieste sono cadute nel vuoto. E' inconcepibile che una delle più belle riserve della Sicilia, oltre che la più antica, vada in fumo senza che si alzi un dito".
Nel frattempo la Procura di Trapani ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando l'incendio colposo. Gli inquirenti cercheranno di scoprire chi e perché ha colpito una delle riserve naturali più belle della Sicilia e se ci sia un'unica mano che ha appiccato le fiamme, nelle stesse ore, anche in altre località del trapanese.
Uno spiraglio si è aperto ieri con la visita di Alessandro Aricò, assessore regionale al Territorio e all'ambiente, alla riserva. "Nelle prossime ore – ha detto l'assessore – valuteremo una possibile riapertura anche parziale dell'area protetta, anche se va considerato il divieto emanato dalla Capitaneria di Porto, di navigazione e di balneazione nei 50 metri dalla costa dello Zingaro".
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