sabato, 20 Aprile 2024

Booking e Expedia moderano clausole: mercato più competitivo e più scelta per clienti

Dopo che a metà del 2015 i giganti delle prenotazioni alberghiere online, come Booking, Expedia o la tedesca Hrs, sono stati costretti (o si sono convinti) a rinunciare alle clausole che imponevano agli albergatori di riservare alle vendite online le tariffe migliori e la maggior disponibilità di camere (la cosiddetta ‘wide parity clause’), il mercato alberghiero in 10 paesi europei, tra cui l’Italia, ha dato segnali di leggero miglioramento delle tariffe e della competitività.

È quanto emerge dal Rapporto pubblicato dalla Direzione generale dell’Antitrust europeo che ha monitorato il mercato analizzando i dati nel periodo a cavallo del passaggio dalla ‘wide parity’ alla meno stringente ‘narrow parity clause’ (ed il divieto anche di quest’ultima imposto per legge in Germania). Passaggio che ha permesso ai singoli alberghi più flessibilità consentendo di offrire prezzi e disponibilità diverse a seconda della piattaforma usata.

Dal rapporto, condotto analizzando i dati nei dieci paesi (Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Olanda, Svezia e Regno Unito, oltre all’Italia) emerge tuttavia che il 47% degli albergatori non era a conoscenza del cambiamento delle clausole da parte di Booking ed Expedia, che il 79% non ha approfittato della possibilità di differenziare i prezzi fra le diverse piattaforme di prenotazione online e che il 21% che invece lo ha fatto lo ha deciso per conquistare più visibilità in una specifica piattaforma. Ciò nonostante in otto paesi su 10 (ma non in Francia ed Olanda) il passaggio dalla ‘wide’ alla ‘narrow parity’ ha portato ad una differenziazione dei prezzi proposti dagli alberghi sulle diverse piattaforme.

Soddisfazione è stata espressa da Booking.com. “Queste modifiche contribuiscano a una sana concorrenza e a una maggiore trasparenza per i consumatori. Inoltre, proteggono Booking.com dal cosiddetto fenomeno del free-ride sulla piattaforma e permettono ai consumatori di poter confrontare i prezzi in modo rapido e accurato”.  Secondo il portale di prenotazioni online il rapporto non ha trovato alcuna evidenza “che le attuali clausole di parità limitino la concorrenza”.

 

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