sabato, 23 Novembre 2024

Il cda di Ita Airways fa fuori Altavilla, deleghe a Lazzerini

Terremoto ai vertici di Ita Airways. Il consiglio di amministrazione della compagnia ha tolto al presidente esecutivo Alfredo Altavilla tutte le deleghe operative per assegnarle all’amministratore delegato Fabio Lazzerini. A votare la mozione sono stati i sei consiglieri dimissionari del cda della compagnia, su nove, col sostegno di Lazzerini. Si tratta di Lelio Fornabaio, Simonetta Giordani, Angelo Piazza, Silvio Martuccelli, Cristina Girelli, Alessandra Fratini, che avevano presentato le dimissioni a marzo scorso e tutti espressione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, azionista unico della newco.

La delibera di revoca delle deleghe al presidente sarebbe già stata trasmessa proprio al Mef, che a questo punto raccoglie la palla. Il consiglio di Ita si era riunito per approvare i conti del semestre, ma i sei consiglieri dimissionari con una mail avevano chiesto di integrare l’ordine del giorno del cda per rivedere, tra l’altro, “l’assetto delle deleghe”, in particolare quella sulle operazioni strategiche e alleanze, e quindi sulla vendita di Ita al fondo Usa Certares, in partnership commerciale con Delta e Air France.

Alcuni addetti ai lavori spiegano che la distribuzione delle deleghe è competenza dell’Assemblea, non del cda. Le deleghe ad Altavilla sono state date con una delibera assembleare, per cui formalmente e tecnicamente sono un tema da assemblea da azionisti (Mef) e non da cda, spiegano. E secondo quanto si apprende ci sarà proprio un’assemblea degli azionisti di Ita (Mef) l’8 novembre prossimo per decidere sul tema. Fino ad allora è tutto congelato. Però, secondo il codice civile, il consiglio di amministrazione “determina il contenuto, i limiti e le eventuali modalità di esercizio della delega”, può sempre “impartire direttive agli organi delegati e avocare a sé operazioni rientranti nella delega”.

Da quanto trapela, Altavilla è accusato dai sei consiglieri di gestire l’operazione di privatizzazione di Ita senza coinvolgere gli organi societari. Ad alimentare la tensione erano state notizie, nelle settimane scorse, di uno scambio di lettere tra il Mef e il presidente esecutivo di Ita. L’azionista chiedeva che tutti i componenti della cordata guidata da Certares avessero accesso alla data room con le informazioni più sensibili come la redditività delle rotte. Altavilla rispondeva che la stanza virtuale della compagnia non era stata aperta a Delta e ad Air France perché concorrenti di Ita e perché alla fine di settembre non avevano ancora un proprio advisor. Su tutta questa dinamica del negoziato i sei consiglieri sarebbero stati tenuti all’oscuro.

Sul fronte dei conti il cda di Ita ha approvato il bilancio del semestre che ha evidenziato che l’azienda è caduta in un regime di 2446 del codice civile, con perdite superiori ad un terzo del capitale sociale, per cui il consiglio si è espresso per chiedere all’assemblea di deliberare sull’aumento di capitale da 400 milioni. Si tratta della seconda tranche per il 2022 del finanziamento complessivo da 1,35 miliardi già autorizzato dall’Ue e che serve ad assicurare la continuità aziendale. Questi 400 milioni si aggiungeranno ai 700 milioni del 2021 mentre l’anno prossimo sono previsti i rimanenti 250 milioni. Il capitale sociale di Ita è pari a 720 milioni di euro. Al 30 settembre Ita aveva in cassa 200 milioni di euro che però rischiano di scendere a 100 milioni a novembre. Il Mef ora dovrebbe convocare un’assemblea straordinaria per decidere sulla ricapitalizzazione della compagnia aerea e dovrebbe farlo entro 30 giorni. A quel punto dovrebbe essere in carica il nuovo governo, molto probabilmente guidato da Giorgia Meloni.

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