giovedì, 7 Novembre 2024

Nozze Ita-Lufthansa in bilico, sorpresa dell’ultim’ora

Tutto pronto per le nozze Ita-Lufthansa, manca solo la firma del Tesoro. Che non è arrivata. Il motivo? All’ultimo minuto, e senza alcuna avvisaglia, la compagnia tedesca ha chiesto uno sconto sul prezzo. Tutta la discussione, è la posizione della compagnia tedesca, “si basa su elementi già presenti nell’accordo, nessuna novità”, ma il tentativo di negoziare al ribasso è stato vissuto dal Mef come un affronto e per ricucire servirà tempo. Anche se la scadenza per consegnare i documenti all’Ue, fissata per lunedì 11 novembre, incombe.

Il blocco è arrivato come un fulmine a ciel sereno quando a Bruxelles si aspettava soltanto il plico con l’attuazione dei rimedi per non turbare l’equilibrio dei cieli già concordati nell’intesa celebrata il 3 luglio. I documenti – frutto anche di nuove trattative informali con l’Ue – includevano i contratti già siglati dall’accoppiata italo-tedesca e dalle rivali easyJet, Air France e Iag come parte dell’intesa per tutelare passeggeri e concorrenza sulle rotte a breve e lungo raggio considerate dall’Ue a rischio di monopolio e duopolio.

Poi però lo scontro per un pugno di milioni di euro: secondo quanto trapelato da alcune fonti, la delegazione del colosso guidato da Carsten Spohr ha chiesto al Tesoro uno sconto sulla cifra da sborsare per la seconda tranche per la newco tricolore a seguito del primo aumento di capitale (da 325 milioni di euro), giustificando l’istanza con il costo di alcuni investimenti fatti dopo l’accordo di alleanza del 2023.

Una richiesta “inaccettabile” agli occhi del Mef per diverse ragioni: tutti gli investimenti fatti nel corso della transizione, viene sottolineato, sono stati decisi d’accordo con il colosso tedesco e, dal canto suo, Ita ha migliorato la sua posizione economica, in vista di un 2025 nel quale si prevede una crescita del traffico aereo per il Giubileo. Da qui la decisione di far venire meno la firma. Nessuno, è l’adagio che si è ripetuto per tutta la giornata tra Bruxelles, Francoforte e Roma, è davvero intenzionato a far saltare l’operazione. E le rassicurazioni sono arrivate – pur sottotraccia – anche dal ministro Giancarlo Giorgetti in persona, impegnato nella capitale delle istituzioni Ue per l’Ecofin.

Bruxelles resta spettatrice, non senza un lieve sconcerto, dopo essersi impegnata per un’intesa politica non facile da raggiungere e non priva di critiche. Nonostante il nuovo stallo, a Palazzo Berlaymont l’auspicio resta uno soltanto: far decollare l’intesa e arrivare al closing. Anche per questo alle parti sarà concessa flessibilità – nei limiti del possibile – rispetto alla nuova, e forse ultima, scadenza dell’11 novembre.

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