sabato, 27 Aprile 2024

La rivincita del congressuale italiano nel post-covid

Il congressuale sta progressivamente tornando ai livelli pre-pandemia e la fase di rilancio iniziata già nel 2021 si è consolidata nel 2022. La solida ripresa dell’industria congressuale italiana emerge dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-OICE, la ricerca promossa dall’associazione della meeting industry Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ASERI.

Presentata oggi a Roma presso la sede dell’Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, la 9^ edizione dello studio evidenzia che nel 2022 in Italia sono stati complessivamente realizzati 303.689 tra congressi ed eventi business registrando un aumento pari al 251,3% rispetto al 2021. I partecipanti sono stati 21.215.934 (+362,7% rispetto al 2021) e le presenze 31.706.600 (+366,4% rispetto al 2021).

I dati rilevati confermano che nel 2022 il turismo congressuale ha recuperato oltre il 70% degli eventi realizzati nel 2019, l’ultimo anno di riferimento prima dell’esplosione della pandemia. Un massiccio recupero che, avvenuto nonostante il perdurare nel primo trimestre dello scorso anno delle restrizioni dovute al Covid19 e un contesto geopolitico complesso e incerto, conferma quanto i congressi e gli eventi siano per associazioni e imprese occasioni irrinunciabili di diffusione e condivisione di conoscenza, di comunicazione, di promozione commerciale e di networking.

Il positivo andamento del settore nei primi 6 mesi di quest’anno, unito alle altrettante positive previsioni per il secondo semestre, permettono di prevedere a ragion veduta che nel 2023 sarà recuperato il gap rispetto al 2019 o addirittura superato il livello di eventi registrato prima della pandemia. Buone anche le prospettive sull’andamento del fatturato: oltre la metà delle sedi, il 52,7%, prevede nel 2023 un aumento rispetto al 2022.2

“Questi dati e i segnali del mercato sono molto positivi ma questo non ci impedisce di essere consapevoli di quanto il momento storico sia complesso, evidenziando ancora di più la capacità del Mice italiano di essere resiliente, propositivo e proattivo – commenta la presidente di Federcongressi&eventi Gabriella Gentile – Per favorire in ogni ambito la crescita della meeting industry Federcongressi&eventi continua nella sua missione di valorizzazione dell’identità del settore e di supporto concreto agli operatori affinché lo sviluppo delle singole imprese coincida sempre più con lo sviluppo dell’intero comparto e viceversa”.

Anche nel 2022 le imprese sono state i principali promotori. Più della metà degli eventi, il 52,8%, sono stati infatti eventi aziendali quali convention, meeting e lanci di prodotto. Gli eventi promossi dalle associazioni, soprattutto medico-scientifiche, sono stati il 31,1% mentre quelli promossi dalle istituzioni il 16.1%.
Il perdurare delle restrizioni sanitarie nei primi mesi del 2022 ha sicuramente impattato sulla provenienza dei partecipanti. Infatti, la maggior parte degli eventi, il 63,2%, ha avuto una dimensione locale, cioè con partecipanti provenienti prevalentemente dalla stessa regione nella quale si è svolto l’evento. Il 28,5% ha invece avuto un orizzonte nazionale e l’8,3 internazionale.
La maggior parte dei congressi e degli eventi, il 59,0%, si è svolta al Nord, area che concentra più della metà delle sedi, il 53%. In particolare, il Nord Ovest con 96.826 eventi ha registrato l’incremento maggiore rispetto al 2021 (+221,8%), recuperando il 74,6% degli eventi del 2019, mentre il Nord Est ha ospitato 82.538 eventi (il 69,7% di quelli del 2019), registrando un incremento anno su anno del 214,2%. Il Centro ha ospitato il 24.4% degli eventi, il Sud il 10,4% e le Isole il 6,2%.
Per quanto riguarda poi le sedi per eventi, gli alberghi congressuali si confermano la tipologia più utilizzata e, infatti, hanno concentrato il 77,3% degli eventi totali. I centri congressi e le sedi fieristico congressuali hanno ospitato il 3,4% degli eventi, le sedi istituzionali il 9%, gli spazi non convenzionali il 6% e le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville, ecc.) il 2,5%.
La tipologia delle sedi più utilizzate appare direttamente collegata con la tipologia degli eventi più realizzata, cioè gli eventi aziendali. Gli alberghi rispondono in maniera specifica alle esigenze di chi organizza meeting, corsi di formazione e convention, mentre i centri congressi con i loro spazi espositivi, sala plenaria e sale di sottocommissione ai bisogni dei congressi associativi.
Nel 2022 le sedi per eventi hanno continuato a compiere investimenti per aumentare la propria competitività e rispondere alle rinnovate esigenze del mercato e anche nel 2023 rafforzano il percorso di crescita e sviluppo.
Gli investimenti che le sedi hanno in programma di realizzare quest’anno coinvolgono in particolare la riqualificazione degli spazi interni (prevista dal 30,4% delle sedi rispondenti), l’implementazione delle dotazioni audio-video (27,9%), la formazione del personale (26,2%), lo sviluppo di strumenti di promozione e/o di comunicazione (24,0%), la riqualificazione degli spazi esterni (20,9%) e gli interventi per l’efficienza energetica (20,9%).

“Il 2022 è stato l’anno delle ‘rivincita’ della meeting industry italiana: gli eventi hanno ripreso con vigore il loro cammino di crescita – bruscamente interrotto due anni prima – e le sedi si sono rimesse in gioco innescando un virtuoso percorso di sviluppo fatto di investimenti nella prospettiva dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e della comunicazione”, ha detto il responsabile scientifico dell’Osservatorio Roberto Nelli, docente di Marketing in Università Cattolica.

“Un segmento sulla cui crescita investe costantemente Enit. L’Italia legata al turismo business scala le classifiche mondiali ICCA (International Congress and Convention Association): è terza a livello globale e seconda in Europa con oltre 520 meeting dopo la Spagna (528) e gli USA (690) saldi al primo posto (Enit su dati ICCA). Nel 2022 circa l’85% dei meeting si sono svolti in presenza, circa 9.000 su un totale di oltre 10.500. Roma e Milano sono al quattordicesimo e diciottesimo posto con 79 e 66 meeting rispettivi, mentre nel ranking europeo salgono entrambe di una posizione. I viaggi del futuro coniugano sempre di più tempo libero ebusiness. La formula blended (affari + tempo libero) emerge dall’indagine Enit su dati ForwardKeys, WTTC (previsioni Euromonitor), Bankitalia, Deloitte e dati WTTC (Trip.com) nel corso della fiera internazionale di settore IMEX 2023 dal 23 al 25 maggio a Francoforte. Già nel 2021 si è assistito ad una ripresa del segmento business, cresciuto del +31% rispetto ai livelli del 2020, quando la spesa globale per i viaggi aziendali aveva subito un calo del -56% sul 2019. Secondo Skyscanner, un intervistato su sei è propenso ad accettare viaggi combinati: lavorare in vacanza è una scelta strategica in quanto “si ha più tempo nella destinazione (55%) e risulta più economico, volando in orari più tranquilli (51%)”, hanno aggiunto il presidente e ceo Enit Ivana Jelinic e il consigliere cda Enit Sandro Pappalardo.

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