giovedì, 14 Novembre 2024

Brambilla: stop alle vacanze del sesso, sì a turismo accessibile

Il ministro a Budapest anche in qualità di presidente dell’Omt

Combattere il turismo sessuale e rendere possibile proprio a tutti, anche ai quattro milioni di italiani disabili, di fare una vacanza dove si vuole, senza costrizioni imposte da barriere architettoniche o peggio da veti posti da altri esseri umani. Sono i due obiettivi ai quali da mesi lavora il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla che sono stati presentati venerdì scorso dallo stesso ministro a Budapest anche in qualità di presidente dell'Omt. Era presente anche il segretario generale dell'Omt Taleb Rifai, il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani e il ministro ungherese dell'Economia Zoltan Csefalvay. "Il manifesto per la promozione del turismo accessibile – ha spiegato Brambilla – elaborato dal ministero del Turismo italiano si propone quale modello per altre esperienze europee. Come europei dobbiamo farne una bandiera della nostra politica, innanzitutto perché si tratta di una battaglia di civiltà, per il rispetto dei diritti di ogni persona, ed è questa la prima ragione per la quale nella riforma del turismo, che abbiamo varato la scorsa settimana, abbiamo previsto per legge e per la prima volta che sia considerato 'atto discriminatorio' impedire alle persone con disabilità motorie, sensoriali e intellettive, di fruire, in modo completo e in autonomia, dell'offerta turistica. In secondo luogo – ha proseguito il ministro – dobbiamo evidenziare come sostenere il turismo accessibile sia anche utile alla competitività della nostra offerta perché risponde alle esigenze di milioni di persone che, diversamente, dovrebbero rinunciare a viaggiare. fornire prodotti e servizi per tutti e senza barriere è un dovere e, insieme, un'opportunità".
Brambilla ha anche bollato come "viaggi della vergogna" il cosiddetto turismo sessuale che nel mondo conta due milioni e mezzo di vittime, il 40% sotto i 12 anni, un terzo dei quali bambini. "E' opera spesso di persone insospettabili – ha detto – che hanno tra i 30 e i 45 anni. Abbiamo promosso campagne pubblicitarie e di informazione forti per colpire lo spettatore e suscitare attenzione su questo tema anche se l'Italia ha una buona legislazione a riguardo".

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