martedì, 19 Novembre 2024

I Boeing 737 Max restano a terra dalla Cina all’Etiopia, l’Europa prende tempo

Ethiopian Airlines ha deciso di fermare i Boeing 737 Max dopo l’incidente avvenuto ieri a un aereo dello stesso tipo, precipitato sei minuti dopo il decollo causando 157 morti. “Non si conoscono ancora le cause della sciagura – spiega la compagnia in una nota – e la decisione è presa in via precauzionale. La compagnia – conclude il comunicato – diffonderà ulteriori informazioni non appena disponibili”.

Intanto anche la Cina ha sospeso l’uso dei velivoli di quel tipo. Stessa decisione presa anche da Cayman Airways. Intanto il ministro dei trasporti dell’Indonesia ha ordinato alle compagnie locali di mettere a terra temporaneamente gli aerei Boeing 737 Max in possesso nelle loro flotte. I velivoli B737 Max verranno lasciati a terra da domani, quando inizieranno le ispezioni e potranno tornare in servizio solo dopo la certificazione degli ispettori di volo. Dieci degli 11 velivoli in questione sono della Lion Airlines, il restante di Garuda Indonesia.

Per quel che riguarda l’Europa, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) sta “monitorando da vicino” la situazione ed è in contatto con l’autorità americana Federal Aviation Administration (Faa) e con le autorità etiopi. È troppo presto per fornire indicazioni alle compagnie europee, o per agire, ha detto un portavoce.

La Corea del Sud ha invece lanciato una indagine “precauzionale” sul Boeing 737 Max 8. Un team di 4 tecnici ha visitato la Eastar Jet, compagnia locale low cost, avviando accertamenti sul pilota automatico e altri sistemi. Oh Sung-oun, direttore della Divisione aeronavigabilità del ministero dei Trasporti, ha riferito che l’esame finirà venerdì e non ci sono al momento piani per tenere a terra i B737 Max, riferisce l’agenzia Yonhap.

Quello di ieri è il secondo incidente per il Boeing 737 Max 8, a cinque mesi da quello della Lion Air verificatosi in Indonesia, in cui persero la vita 189 persone.

Sul volo Addis Abeba-Nairobi viaggiavano 149 passeggeri ed 8 membri dell’equipaggio, di 35 nazionalità. Di questi 8 sono italiani, ragione per cui l’Italia potrà chiedere di partecipare all’inchiesta sull’incidente. In base al regolamento dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao), infatti, possono partecipare alle indagini su un incidente aereo gli esperti di Stati cui appartengono cittadini coinvolti nell’incidente. L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv) potrà quindi chiedere alla competente autorità dell’Etiopia di designare un proprio esperto nell’inchiesta. A quest’ultima, secondo il regolamento dell’Icao, partecipano tutti gli Stati coinvolti per competenza territoriale, o per competenze relative all’operatore, alla progettazione e all’immatricolazione del velivolo. Della squadra di investigatori possono far parte più esperti e più gruppi di lavoro, ma tutti fanno capo ad un unico coordinatore e seguono una procedura standardizzata a livello internazionale.

 

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