mercoledì, 18 Dicembre 2024

Il timore degli operatori è realtà: turismo post-covid nel mirino delle mafie

Il turismo italiano e il suo grande indotto già prima della crisi del Covid era preda ambita della malavita per il suo valore e tasso di crescita. Ora, messo al tappeto da lunghi mesi di blocco e di mancanza di turisti, rischia davvero di venire fagocitato dall’illegalità e dalle mafie. Lo conferma uno studio di Demoskopika secondo cui il giro d’affari della criminalità organizzata derivante dall’infiltrazione nell’economia legale del settore turistico supera i 2,2 miliardi di euro. La ricerca mette nero su bianco quello che da mesi paventano tutti gli operatori e le associazioni di settore.

“Ci sono delle “aziende” che stanno veramente prosperando con il Covid e sono, ahimè, la ‘ndrangheta e la camorra. Anzi direi che non sono state mai meglio di oggi. Mettere le mani su attività legittime per riciclare è una delle cose più facili da fare purtroppo” dice sconsolato il presidente di Confturismo Confcommercio e vicepresidente di Fto, Luca Patanè.

“Il valore delle attività – aggiunge Vittorio Messina presidente di Assoturismo Confesercenti – si è quasi dimezzato, e questa situazione di fragilità, oltre ad essere terreno fertile per le speculazioni, dà una mano alle organizzazioni criminali, che invece sono ben fornite di liquidità e sempre più difficili da indentificare”.

Chiede finanziamenti almeno a 20 anni e moratorie la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli: “Molte aziende avevano fatto investimenti, anche grandi, confidando nel fatto che il settore stava andando benissimo e quindi si erano esposte e indebitate”.

Secondo il direttore generale di Federalberghi Alessandro Nucara, “le imprese turistico ricettive sono allo stremo e rimangono fortemente esposte ai predatori”. Per evitare che la criminalità organizzata approfitti della loro debolezza , sottolinea, “occorre dare alle imprese l’ossigeno di cui hanno bisogno per sopravvivere e per ripartire: la liquidità”.

Secondo la presidente di Fiavet Ivana Jelinic “se lo Stato non interviene anche sul settore bancario la malavita farà man bassa delle imprese turistiche”.

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