Controlli rafforzati in piazze, mercatini e in tutte le aree di maggior aggregazione, barriere in strada per impedire l’accesso a qualsiasi tipo di mezzo, possibilità di vietare concerti, fiere e manifestazioni in assenza delle migliori condizioni di sicurezza. Sono le misure di sicurezza messe a punto dal Marco Minniti, ministro dell’Interno, dopo l’attentato di Berlino, il Viminale.
Escluso qualsiasi legame tra l’attentato e il nostro paese – il camion che ha fatto strage è uscito dall’Italia il 16 dicembre, 3 giorni prima di seminare morte a Berlino – ed avuta la conferma dagli 007 che non vi sono segnali specifici di allarme riguardanti l’Italia, al Viminale ci si è concentrati su un’analisi più generale della situazione e sulle misure da attuare, con particolare attenzione al rischio di gesti emulativi.
“In attesa degli esiti investigativi sulla dinamica e non potendosi escludere anche il compimento di atti emulativi -si legge nel documento – si prega di voler intensificare le misure di vigilanza e sicurezza a protezione degli obiettivi sensibili, segnatamente di quelli istituzionali, religiosi e diplomatico consolari. Particolare attenzione, inoltre, dovrà essere riposta verso le aree di maggior afflusso di persone, verso le tradizionali mete interessate dalla presenza di turisti, nonché verso mercati e centri commerciali. Proprio per questo, prefetti e questori, dovranno verificare l’effettiva sussistenza delle condizioni di sicurezza dei luoghi dove si svolgono le iniziative e le attività, valutando l’attuazione di misure di difesa passiva, al fine di prevenire possibili criticità” e, “se del caso, procedere all’adozione di divieti di svolgimento di tali eventi”.
“Misure che vanno ad integrarsi a quelle già predisposte con la circolare del 5 dicembre scorso e che prevedono la possibilità di posizionare dissuasori, jersey e transenne – ha spiegato il prefetto di Milano Alessandro Marangoni – che non possono essere superati da camion di grosse dimensioni ma, anche, di vietare lo svolgimento delle manifestazioni qualora non sia possibile garantire la maggior sicurezza possibile”.
L’Italia è nel mirino per essere l’epicentro della cristianità. E su internet sono continui i riferimenti alla ‘presa di Roma’. A portare la minaccia possono essere foreign fighters di ritorno dai teatri di guerra (sono 112 quelli che hanno avuto in qualche modo a che fare con l’Italia, solo 20 di passaporto italiano), ma anche terroristi ‘homegrown’, lupi solitari radicalizzatisi sul web, piccole cellule che si auto-attivano. Non si escludono peraltro pianificazioni più complesse, come quelle avvenute in Francia e Belgio. Una minaccia multiforme, dunque, e difficile da prevenire: gli apparati hanno pertanto rafforzato la vigilanza sulle aree a rischio. Il web innanzitutto, ma anche i luoghi di aggregazione.