Weekend lunghi, nomadi digitali e retreat aziendali: come cambia l’autunno italiano
06 Novembre 2025, 11:21
L’autunno si conferma una stagione sempre più strategica per il turismo italiano. Le più recenti analisi di ISTAT e del Ministero del Turismo mostrano un quadro chiaro: nel secondo trimestre del 2025 le presenze turistiche sono cresciute del +4,7% rispetto all’anno precedente, con un +12 % nei comuni montani e nelle aree interne. Dati che segnalano un interesse crescente per un turismo più sostenibile, diffuso e legato ai territori, destinato a proseguire nei mesi autunnali.
Secondo il World Travel & Tourism Council, la spesa turistica complessiva raggiungerà i 185 miliardi di euro nel 2025, confermando la solidità del settore. Con un tasso di saturazione OTA del 46,7 % a giugno, l’Italia si dimostra una meta attrattiva in ogni stagione, pronta ad accogliere una domanda che si sposta sempre più verso weekend lunghi, esperienze locali e viaggi di rigenerazione fuori stagione.
Weekend lunghi: la fuga d’autunno
Tra le tendenze in crescita spicca quella dei weekend lunghi autunnali: brevi viaggi, spesso concentrati attorno ai ponti delle festività, scelti da chi vuole staccare la spina senza allontanarsi troppo. L’autunno diventa così una stagione ideale per scoprire città d’arte, cammini naturalistici e percorsi enogastronomici, offrendo alle destinazioni un’opportunità concreta di destagionalizzazione.
Le destinazioni sono chiamate a proporre esperienze su misura e last-minute, capaci di rispondere a una domanda sempre più dinamica. Inoltre, questa formula rappresenta un’opportunità di valorizzazione dei territori interni e dei borghi, contrastando l’overtourism dei mesi estivi.
“La vera domanda non è quanti turisti arriveranno, ma chi saranno. Capire i nuovi viaggiatori non serve solo a chi gestisce una struttura ricettiva, ma a chiunque lavori nella filiera del turismo.” osserva Luca Rodella, CEO di Smartness, azienda italiana che aiuta albergatori e host ad analizzare dati e trend di mercato per ottimizzare le proprie strategie di prezzo.
Nomadi digitali: lavorare con vista foliage
Oggi sono oltre 40 milioni le persone nel mondo che si identificano nello stile di vita dei nomadi digitali: una comunità in espansione composta prevalentemente da freelance, professionisti del marketing, sviluppatori, consulenti digitali, creativi e imprenditori dell’online. Un esercito fluido e in movimento, soprattutto in autunno: una delle stagioni preferite per viaggiare lavorando, grazie a tariffe più convenienti e mete meno affollate.
Il fenomeno si consolida anche in Italia: borghi, città d’arte e destinazioni montane si attrezzano con spazi di coworking, connessioni veloci e ospitalità flessibile. La metamorfosi riguarda non solo il modo di lavorare, ma anche il concetto stesso di viaggio, che diventa più lento, esperienziale e integrato nella vita quotidiana, trasformando il turista in un cittadino temporaneo.
Anche in Italia si iniziano a cogliere le opportunità di questo trend globale. Il visto per nomadi digitali, seppur ancora in fase di rodaggio, è un primo passo importante. Allo stesso tempo, l’offerta ricettiva si evolve: alloggi smart working-friendly, formule flessibili e attività pensate per favorire l’integrazione con la comunità locale. Un’occasione concreta per borghi e città minori, che possono diventare nuovi poli di attrazione per una generazione in cerca di equilibrio tra lavoro, scoperta e qualità della vita.
Retreat aziendali: la nuova stagione della connessione
Accanto agli short break e alla vita da nomade digitale, sta emergendo una nuova forma di turismo professionale: i retreat aziendali autunnali. Non più semplici convention o trasferte operative, ma viaggi immersivi che mettono al centro le relazioni, la creatività e la visione di squadra. In un mondo del lavoro sempre più ibrido e distribuito, le aziende riscoprono il valore del ritrovarsi, non per lavorare di più, ma per rafforzare il senso di appartenenza e alimentare la cultura aziendale.
Ottobre e novembre rompono lo schema della stagionalità tradizionale e diventano mesi chiave per le aziende che scelgono location immerse nella natura o resort benessere per ricaricare energie e rafforzare la coesione dei team. In un mondo del lavoro sempre più ibrido, la bassa stagione si trasforma così in alta opportunità.
“Fare accoglienza oggi significa leggere i segnali del mercato, adattare l’offerta e costruire relazioni autentiche con gli ospiti. La domanda è sempre più frammentata e dinamica: chi riesce a interpretarla con visione strategica potrà differenziarsi, destagionalizzare e fidelizzare nuovi segmenti di viaggiatori, più esigenti ma anche più consapevoli”, conclude Luca Rodella.