La decisione del governo olandese di ridurre dal prossimo novembre la connettività dell’aeroporto di Schiphol a 460.000 voli, già limitato a 500.000 voli all’anno, ha provocato la reazione della Iata e delle compagnie aeree pronte a ricorrere alle vie legali, in quanto ritengono che contravvenga al regolamento UE 598/2014 sulle restrizioni operative relative al rumore negli aeroporti dell’UE.
Secondo la comunità globale delle compagnie aeree, “ignora inoltre la Convenzione di Chicago, un accordo internazionale vincolante di cui i Paesi Bassi sono firmatari. L’allegato 16 della convenzione contiene disposizioni per l’approccio equilibrato alla gestione del rumore degli aeromobili che gli Stati sono obbligati a seguire quando adottano misure per la gestione dell’impatto acustico dell’aviazione. In più – aggiunge Iata – non è stata intrapresa alcuna consultazione significativa con l’industria. Le riduzioni dei voli vengono imposte come prima risorsa, piuttosto che come ultima. La necessità di ripristinare il danno economico per l’industria aeronautica dei Paesi Bassi non viene affrontata. Prima della pandemia, l’aviazione ha sostenuto circa 330.000 posti di lavoro e 30 miliardi di dollari di attività economica nei Paesi Bassi”.
“I Paesi Bassi – commenta Willie Walsh, DG Iata – stanno ostacolando la propria economia distruggendo la connettività. E lo stanno facendo in violazione del diritto dell’UE e dei suoi obblighi internazionali. L’approccio ostile all’aviazione che distrugge posti di lavoro che il governo olandese ha scelto, è una risposta totalmente sproporzionata alla gestione del rumore. Il governo – aggiunge – ha persino rifiutato di impegnarsi in consultazioni significative e ha fatto della riduzione dei voli l’obiettivo, piuttosto che lavorare con l’industria per raggiungere gli obiettivi di riduzione del rumore e delle emissioni, ripristinando l’occupazione e rivitalizzando l’economia post-pandemia. Il pericoloso precedente creato da questo approccio illegale – conclude – non ha lasciato altra scelta che sfidarli in tribunale”.
Iata sottolinea inoltre che “l’industria aerea impiega continuamente aeromobili più silenziosi, riducendo i livelli di rumore del 50% nell’ultimo decennio. L’investimento nella nuova flotta svolge anche un ruolo significativo nel soddisfare l’impegno dell’industria aeronautica di ridurre le proprie emissioni di CO2 a zero entro il 2050, come stabilito in una risoluzione dell’AGM IATA nel 2021. Il solido piano del settore per ridurre le emissioni di CO2, include l’assorbimento di combustibili per l’aviazione sostenibile, di cui le compagnie aeree che operano nei Paesi Bassi sono state tra i principali utilizzatori”.