martedì, 5 Novembre 2024

Sempre più viaggi per fare esperienze, nel 2022 a quota 352 milioni

La pandemia ha contribuito ad alimentare il desiderio che il viaggio diventasse un’occasione speciale, lo strumento per vivere un’esperienza nuova e totalizzante, per certi versi esistenziale. Sugli oltre 255 milioni di arrivi turistici in Italia stimati per il 2022 (inclusi 90 milioni di escursionisti e 57 milioni di ospiti presso parenti e amici) si sono registrate oltre 352 milioni di esperienze. La durata del viaggio è passata da 4,4 notti del 2019 a 5,1 per il 2022, con una crescita del 16%. Tempo di permanenza e numero di esperienze sono le determinanti che hanno portato ad un incremento del 16% della spesa pro capite (anche al netto dell’inflazione) sui valori pre-pandemia. In particolare, la spesa per musei, mostre, eventi, shopping e altre attività è cresciuta del 15% (da 194 euro a 224 euro tra il 2019 e il 2022). Il conto economico 2022 ha registrato un incremento del 5% sui valori del 2019.

I dati sono contenuti nella ricerca “Il turismo pilastro dell’economia dell’esperienza” commissionata a Banca Ifis e presentata da Federturismo Confindustria in occasione dei festeggiamenti del trentennale a piazza di Pietra a Roma. La ricerca identifica sette esperienze che descrivono l’offerta turistica italiana: “Cultura e riscoperta dei territori”, “BenEssere”, “Enogastronomica”, “MICE e Grandi Eventi”, “Shopping”, “Natura e Svago” e “Spirituale”.

Esperienze che generano a loro volta tre impatti:

1) Booster su altre industry: un effetto economico innescato dai consumi e dall’occupazione delle imprese del turismo (79 miliardi di euro/anno) che si traduce in forza lavoro e che abbraccia 12 settori produttivi differenti, dall’hospitality all’agroalimentare, all’intrattenimento, al real estate fino alla cantieristica, ma anche servizi finanziari, sanità ed istruzione.

2) Effetto “country of origin” (16 miliardi di euro/anno): l’esperienza vissuta in Italia impatta positivamente sulle esportazioni di Made in Italy indirizzando le scelte d’acquisto future del turista tornato ad essere consumatore nel proprio Paese.

3) Contributo al Soft power italiano: il turismo esperienziale continua a vivere nei racconti post viaggio e su questo si costruisce un driver reputazionale. Quanto meglio si sarà trovato il turista, più ricche saranno state le sue esperienze e più ne parlerà ai suoi contatti, facendo crescere l’influenza del “brand” Italia e rappresentando un volano per l’export italiano. Lo testimonia il nono posto occupato dall’Italia nel Global Soft Power Index stilato da Brand Finance per il 2023 in cui è dimostrato che senza il contributo delle sette esperienze e i riflessi positivi che queste generano in termini di coinvolgimento, l’Italia perderebbe posizioni scivolando da nona a sedicesima.

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