E’ stata una scelta “inevitabile”. Si voterà domenica 25 settembre, di fatto l’unico giorno possibile in base alle regole che concedono un massimo di 70 giorni dal giorno dello scioglimento ma anche un minimo di 60 per permettere le complesse operazioni di presentazione delle liste e una giusta campagna elettorale. Un periodo lungo, al quale si aggiungeranno altre settimane per la formazione del nuovo governo e che permetterà quindi al premier Mario Draghi – che resterà in carica per gli affari correnti – di continuare a guidare il Paese per circa altri quattro mesi.
Una data che però non convince gli operatori turistici che temono una frenata delle prenotazioni in quelo che poteva essere considerato come l’ultimo weekend estivo.
“Ci rendiamo conto – commenta Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria – che le urgenze e la gravità della situazione stanno toccando livelli estremi, quindi non vorremmo aggiungere problemi e preoccupazioni al nostro capo della Stato Sergio Mattarella. Però laddove questa data del voto si potesse ripensare, anche per lasciare qualche altro giorno al turismo per lavorare in tranquillità ci farebbe sicuramente piacere. Settembre sta diventando un mese molto buono per le ferie. Siamo estremamente preoccupati da questa crisi di governo che nessuno di noi si aspettava né si augurava perché avevamo tanti capitoli importanti da portare avanti e da chiudere e avevamo con il premier Mario Draghi la persona più rispettata in Europa per farlo. E invece così tutto diventa un grande punto interrogativo”.
Dello stesso avviso Ivana Jelinic, presidente di Fiavet Confcommercio: “siamo molto preoccupati dalla crisi di Governo perché significa un rallentamento importante di tutte le attività che riguardano anche il turismo e l’attività connessa al ministero e dopo questi due anni pazzeschi alle spalle non possiamo dire di essere tranquilli. Votare a fine settembre inoltre – aggiunge – significherà innanzitutto che ad agosto ci sarà una campagna elettorale che certamente non è il migliore auspicio per la stagione turistica. Avremmo sinceramente preferito che si andasse a votare un po’ più avanti in modo che il settembre, dove comunque negli ultimi anni gli italiani si è viaggiato discretamente e quindi c’erano dei buoni numeri, rimanesse incolume dopo due e rotti anni di crisi nera e fermo totale per Covid. Settembre infatti è scelto dal 15-18% dei viaggiatori italiani tra vacanze in Italia e all’estero”.
“Le elezioni a settembre? Senz’altro ci potrebbe essere un contraccolpo sulla domanda italiana di breve raggio nel weekend delle consultazioni – sottolinea anche Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti -. Non ci aspettiamo grandi danni, però, visto che c’è tempo per riprogrammare viaggi e prenotazioni. Prenotazioni che, purtroppo, stanno comunque andando a rilento. Piuttosto, preoccupa il vuoto istituzionale che si verrà a creare fino all’entrata in carica del nuovo esecutivo. Anche perché il settore – spiega – ha ancora bisogno di interventi urgenti. La ripartenza estiva, infatti, ha riguardato principalmente le città d’arte, mentre in molte altre località i risultati sono sotto le attese. E la stagione autunnale, per ora, è ferma al chiodo: lo scorso anno, di questo periodo, si registrava già qualche prenotazione per settembre, mentre ad oggi è tutto praticamente fermo, complice il caos voli. Inoltre, le imprese della filiera continuano a fare i conti con l’assenza di personale: una questione su cui avevamo chiesto un intervento del governo, che adesso slitterà a data da destinarsi, certamente oltre l’estate”.