venerdì, 22 Novembre 2024

Stop ai viaggi di fine anno: 8,5 mld fumo e persi 10,3 mln di turisti

Viaggi bloccati anche per Natale. Ma già la seconda ondata di pandemia aveva rappresentato per l’88% degli italiani intervistati da SWG per conto di Confturismo-Confcommercio un “freno” a programmare vacanze, con la conseguenza che 7 italiani su 10 dichiaravano, già a fine novembre,
che non avrebbero fatto viaggi, certamente almeno fino alla fine di gennaio.

Dunque, ora, con trasferimenti tra le regioni bloccati di fatto fino a gennaio e le feste da passare nei comuni di residenza, mancheranno, nelle sole strutture turistico-ricettive tra fine di dicembre e gennaio, altri 10,3 milioni di turisti – 3,9 stranieri e 6,4 italiani – che avrebbero speso non meno di 8,5 miliardi di euro, calcola Confturismo.

Secondo i conti di Confturismo, fanno ancora più temere però le valutazioni di prospettiva e di contesto che gli intervistati esprimono. Salgono infatti al 44% – dal 37% che erano nella rilevazione di ottobre – coloro che attenderanno a partire dalla loro residenza anche quando l’emergenza sarà finita, e si riducono parallelamente di 6 punti percentuali – dal 45% al 39% – quelli che invece desiderano concedersi una vacanza non appena fuori dal rischio COVID.
La propensione a viaggiare quindi è ridotta al minimo storico e progetti di vacanza rinviati praticamente all’estate 2021: il valore dell’indicatore – sempre misurato su scala 0-100 – scende di altri 5 punti rispetto a ottobre e si attesta a 39, il peggior risultato di sempre, ben 31 punti in meno rispetto a novembre 2019.
Inoltre, quando si chiede al campione di immaginare il luogo della prossima vacanza, il 44% risponde una località di mare, e solo il 30% menziona la montagna. Insomma, ci si proietta direttamente all’estate saltando a piè pari l’inverno e addirittura immaginando già qualche viaggio all’estero, ma non nelle mete esotiche tipiche di questo periodo – come il Mar Rosso, i Caraibi o l’Oceano indiano – bensì quelle dell’Europa estiva, prime fra tutte Spagna e Grecia.
Un dato, quest’ultimo, che dovrebbe fare riflettere gli esperti della promozione turistica nazionale, che forse non stanno valutando appieno il rischio di trovarsi al centro di due tendenze significative nell’estate 2021: gli italiani che tornano a viaggiare all’estero e gli stranieri che, attratti dalle “sirene” della concorrenza, tornano sì in Italia ma non nelle quantità a cui eravamo abituati in epoca pre-COVID.
“Il nostro settore, già prostrato, riceve l’ennesimo colpo durissimo con la chiusura agli spostamenti tra Regioni – addirittura tra Comuni nelle date clou – dettata dagli ultimi provvedimenti -commenta Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio – sono regole che non consentono praticamente alcuna forma di turismo. Il turismo in sostanza è in lockdown da 10 mesi. Nel disegno di legge di Bilancio presentato al Parlamento dal Governo non trova spazio una “manovra” ampia e dedicata al settore. Ci aspettiamo interventi celeri, molti dei sostegni annunciati
non sono ancora arrivati alle imprese. Anche sul Recovery Fund si sta perdendo tempo prezioso. Non vediamo progettualità, non vediamo azioni concrete per il turismo, non si è aperto nessun tavolo di lavoro al MIBACT: e dire che bastava semplicemente riproporre quello che ci aveva portati, nel 2016, a redigere il Piano strategico. Siamo al punto di non ritorno”.

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