La ‘Busiata’ trapanese entra nel vocabolario Zingarelli
06 Ottobre 2025, 11:00
Oggi il nome della tipica e antica pasta trapanese, la busiata, è finito tra le voci del vocabolario Zingarelli dal 2026. Da sempre legate al pesto alla trapanese, le busiate sono finite sulle tavole di capi di Stato, piloti di Formula uno, imprenditori importanti, grazie a chef divenuti ambasciatori della cucina povera nel mondo: “Ogni volta raccontiamo la storia di questa pasta – spiega Peppe Giuffrè, chef trapanese – da come la preparavano le nostre nonne con le “dise” a come si condisce con un ottimo pesto alla trapanese preparato dal vivo”. Giuffrè l’ha offerta a ben tre capi di Stato (Scalfaro, Ciampi e Napolitano) e la busiata ha conquistato il palato anche dei piloti di Formula uno, “con un pesto, però, molto più leggero di aglio e basilico”, ricorda.
Oggi i vecchi attrezzi di lavoro per preparare la busiata sono finiti nell’armadio. Dalla ‘disa’ si è passati alla ‘busa’ (da cui trae origine il nome della pasta), i sottili tubi di metallo utilizzati per fare la maglia, lasciando ora spazio alla preparazione con i mezzi meccanici.
“Produciamo 10 quintali al giorno – spiega Valerio Campo dell’omonimo pastificio – e a chi viene in azienda raccontiamo la storia della busiata”. Campo, dopo alcuni tentativi di produzione, 17 anni fa, riuscì a fare il formato esatto, essiccarlo, imbustarlo e a spedirlo in tutto il mondo. Lo scorso febbraio, la tipica pasta trapanese è finita anche alla Casa reale britannica.
“Questa tipica pasta è diventata volano di turismo e incoming con la sagra che si organizza da decenni. Raccontare la Sicilia significa anche prendere per il palato e con la busiata il gioco è fatto” spiega il mugnaio Filippo Drago dell’omonimo mulino a Castelvetrano.