venerdì, 26 Aprile 2024

Ultimo weekend a Palermo e Catania per ‘Le Vie dei Tesori’

Ultimo weekend per Le Vie dei Tesori. Da domani a domenica, riaprono i battenti castelli e cupole, chiese nascoste e musei gioiello, palazzi sontuosi e Porte maestose a Palermo e Catania.

Se per la stragrande maggioranza dei luoghi basta andare sul posto senza prenotazione, per alcuni serve la prenotazione online, con la possibilità di andare sul posto nel caso non i turni non siano esauriti: a Palermo si va dal secondo percorso dentro l’aeroporto di Boccadifalco, alla medievale camera dello scirocco di Villa Naselli, alle sorgenti del Gabriele, dalla Casina Cinese, ai depositi segreti della Galleria d’arte moderna; dagli uffici della Dia al Grand hotel Piazza Borsa alla palazzina dei Quattro Pizzi, dal museo anice Tutone a Palazzo Branciforte restaurato da Gae Aulenti.

Inoltre, domenica torneranno le visite guidate nei siti istituzionali che partecipano alle ‘Domeniche al museo’. Al Museo archeologico Salinas domenica alle 11 la visita sarà condotta dalla stessa direttrice, Caterina Greco, ma sarà anche disponibile una visita “fuori porta” all’area archeologica di Monte Iato con la direttrice Francesca Spatafora. Si raggiungerà il sito con una navetta, si prenota su www.leviedeitesori.it. Tra gli altri siti dove Le Vie dei Tesori farà visite guidate in questa ultima domenica, ci sono il palazzo arabo-normanno della Zisa, il Castello a Mare con le sue mille storie di rinascita, la Cuba, la chiesa e il chiostro di San Giovanni degli Eremiti, e il Museo di arte contemporanea RISO, tutti dalle 10 alle 17,30. E soltanto domenica (e su prenotazione) quel gioiello sontuoso che è Palazzo Mirto.

Come ogni anno, il festival chiede direttamente al suo pubblico di scegliere il bene da restaurare, e questa volta i restauri saranno sostenuti da ‘Lottomatica Holding’. È stata quindi avviata la votazione online che consentirà di restaurare tre beni presenti nei luoghi che hanno partecipato a quest’ultima edizione. Tre tesori da scegliere fra 6 candidati: a Palermo concorrono le due imponenti sfingi settecentesche in pietra di Billiemi, all’entrata del Gymnasium dell’Orto Botanico, e l’antichissima porta conservata nei magazzini della Soprintendenza, che gli storici ritengono chiudesse Porta di Castro oppure uno degli accessi del Castello a mare. Catania propone il portale ligneo settecentesco interno della chiesa di san Benedetto, da cui escono le monache che ogni anno cantano al passaggio del fercolo di sant’Agata; all’Inda di Siracusa in lizza l’affresco di Amorelli a Palazzo Greco e dieci manifesti delle tragedie realizzati tra gli anni ’50 e ’60. Gli ultimi due “candidati” arrivano da Marsala – la cupola del famoso campanile del Carmine, uno dei siti più curiosi aperto dal festival, per sole due persone alla volta – e, da Trapani, un olio su tavola conservato nella stranissima cappella della Mortificazione.

Tra le esperienze, sono poche quelle non esaurite: restano poche possibilità per fare un giro a cavallo nelle scuderie settecentesche del principe di Cottone. E siccome le richieste erano tantissime, è stata aggiunta in corsa un terzo tour in notturna (sabato alle 20,30) all’Orto Botanico. Le ultime due visite teatralizzate sono sabato: alle 17,30, Stefania Blandeburgo vestirà il costume succinto di un’autentica cortigiana settecentesca nella cripta delle Repentite; e Pietro Massaro sarà l’oste della taverna di Sant’Antonino, che appare nel convento del quartiere raccontando la sua vicenda personale e intrecciandola a quella di alluvioni, terremoti, feste, usi e cibi.

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