La riqualificazione del faro di Salina alla Biennale di Venezia


Il faro di Capofaro sull’isola di Salina, esempio di rigenerazione architettonica e paesaggistica, è stato selezionato per la mostra Terrae Aquae. L’Italia e l’Intelligenza del Mare, titolo del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. Il progetto di riqualificazione, firmato da MAB Arquitectura e visibile fino al 23 novembre 2025, è stato selezionato dalla curatrice del Padiglione Guendalina Salimei, che per la 19ª Biennale di Architettura invita a considerare le coste italiane come territori di transizione, innovazione e resilienza.

In linea con questa visione, il progetto di MAB Arquitectura propone un intervento emblematico di rigenerazione architettonica e paesaggistica: un antico faro trasformato in un luogo per l’ospitalità, estensione dell’adiacente “Capofaro Locanda & Malvasia”, tutela l’ambiente e valorizza il territorio diventando un presidio culturale e ambientale, capace di dialogare con le acque che lo circondano e con le comunità costiere.

L’intervento interessa un’architettura iconica posta su un promontorio battuto dal vento, a strapiombo sul blu del Mediterraneo. Un luogo di silenzio e natura incontaminata, nel cuore dell’isola di Salina. Il progetto firmato da MAB Arquitectura ha restituito vita all’antico complesso ottocentesco, un tempo alloggio del guardiano del faro e oggi trasformato in sei suite eleganti e appartate, che estendono il vicino “Capofaro Locanda & Malvasia”, raffinato wine resort parte della collezione Relais & Châteaux.

Le suite, ricavate nel corpo originario del faro, sono state progettate con un approccio attento al contesto e alla memoria dei luoghi: MAB ha operato con essenzialità e rispetto, conservando elementi caratteristici quali le volte a botte e la scala a chiocciola che conduceva alla Lanterna. Gli spazi interni, da 30 a 80 mq, si affacciano su giardini privati e panorami mozzafiato che abbracciano mare, vigneti e orti. L’interior design – dagli arredi su disegno ai materiali locali – richiama il linguaggio sobrio dell’architettura eoliana: pavimenti in micro-cemento, pareti in calce, mobili in muratura e legno, cementine artigianali e lavabi in pietra calcarea.

Photo Credits @Alberto Moncada

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