Gli orsi ‘dannosi’ saranno muniti di radiocollare e saranno catturati o abbattuti. È quanto prevede una delibera della Giunta della Provincia autonoma di Trento che introduce un Piano d’azione interregionale per la gestione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali. La categoria orsi ‘dannosi è stata definita dopo una serie di confronti con il ministero dell’Ambiente, e si riferisce agli orsi “che abbiano una ripetitività di comportamenti e non per singoli episodi di attacco al bestiame”.
“Siamo attenti al turismo culturale e sportivo, ma anche agli aspetti naturalistici. Se da una parte il progetto di reintroduzione degli orsi ha rappresentato un’attrattiva, siamo anche consapevoli delle difficoltà che talvolta comporta per i danni al bestiame – ha detto Michele Dallapiccola, assessore all’Agricoltura e al Turismo della Provincia di Trento – Sappiamo come dopo la cattura ci sia una grande difficoltà a collocare gli orsi e il rischio è quello di costringere l’animale al resto della vita in una gabbia”.
Ad opporsi alla delibera la LAV, lega anti-vivisezione nazionale che insorge contro la classificazione degli orsi ‘dannosi’ che “non esiste nel nostro ordinamento, quindi è del tutto illegittima sul piano politico, etico ed ambientale”. Massimo Vitturi, responsabile LAV Fauna Selvatica, dice di voler ricorrere contro la Delibera che viola la Legge 157/1992 e gli articoli 544 bis e ter del Codice penale. Inoltre, aggiunge, “valuteremo l’opportunità di un esposto alla Corte dei Conti per la sospetta ‘malagestione’ dei fondi nazionali e Ue destinati al Progetto di reintroduzione LIFE Ursus. Gli orsi non sono dannosi, fanno semplicemente gli orsi e hanno il diritto di vivere nel loro habitat, senza essere messi al patibolo per ignoranza o per discutibili interessi”.