Un passo in avanti e due indietro per il turismo siciliano, dove adesso chiudono anche i servizi igienici, oltre che le attività, sotto il peso di pressioni fiscali, economiche e di malgoverno. Questo succede ad Enna, capoluogo di una provincia (chiusa anch’essa) al centro della Sicilia.
Cuore di un territorio ricco di siti museali culturali ed archeologici di grande rilievo quali Piazza Armerina, Aidone, la Dea Morgantina, la Stazione di Enna, proprio recentemente, aveva acquisito una nuova strategicità per essere una delle stazioni, insieme a quella di Caltanissetta, individuate per il collegamento ferroviario veloce tra Palermo e Catania, dopo l’infausta frana che, lo scorso aprile, ha colpito l’autostrada, il cui tratto è stato…anch’esso chiuso.
Non tutti i mali vengono per nuocere avevano pensato in molti, visto che in un tempo relativamente breve si erano trovati treni veloci e funzionali per assicurare la tratta e, come aveva riportato la nostra testata, il ministro Franceschini aveva dichiarato: “Trovo assurdo e inaccettabile che l’alta velocità si fermi a Salerno. Come facciamo a sviluppare il Mezzogiorno se l’alta velocità non arriva in Sicilia?”.
L’arguta affermazione rilanciava una tematica sostenuta da circa un trentennio da operatori economici e turistici, ma sembrava illuminante di una rinnovata volontà, che questo fatto, seppur minimo, alimenta più di un dubbio. Certo è già difficile spiegare perché non c’è l’alta velocità in Sicilia, ma è ancora più difficile spiegare perché si chiudono i servizi igienici nella stazione ferroviaria di Enna, anche se siamo certi che RFI non mancherà di farci conoscere le sue buone ragioni.